Renzi da Porro: “Ero un mostro anche quando servivo”

Renzi da Porro: “Ero un mostro anche quando servivo”

Matteo Renzi ospite a Quarta Repubblica non ha voluto rispondere alle accuse di Calenda ma lancia qualche stoccata.

Nella scorsa puntata di Quarta Repubblica su Rete4 Matteo Renzi è stato ospite di Nicola Porro. Il leader di Italia Viva ha precisato di non voler rispondere a tutte le accuse che in questi giorni tramite social il suo ex socio del Terzo Polo Carlo Calenda gli ha lanciato addosso. Ma arriva comunque qualche frecciatina al leader di Azione e non solo.

Renzi vuole dimenticare la settimana trascorsa tra figuracce “legate più a questioni di rancori personali“, dice con l’intenzione di proseguire verso il futuro e non abbandonare l’idea del partito di centro. “Io sono stato accusato, aggredito, insultato” afferma l’ex premier precisando che fino ad adesso non ha risposto e non lo farà.

Su una delle accuse rivoltegli da Calenda riguardo alle conferenze internazionali che tiene, Renzi afferma che è vero ma che non è una cosa insolita perché accade a tanti altri ex premier. Inoltre, precisa, questa attività “la facevo anche 6 mesi fa, quando a Calenda gli serviva il simbolo per non raccogliere le firme alle politiche…”, arriva la stoccata al leader di Azione che ha deciso di infangare il suo collega.

Matteo Renzi

Il leader di Iv in controattacco

Se sono un mostro ero un mostro anche quando l’ho fatto ministro o quando ho promosso la sua candidatura a sindaco di Roma”, attacca Renzi. “Io penso che quello che sia accaduto sia ingeneroso verso i tanti giovani che vogliono votare Terzo Polo“, ribadendo che la politica non è il fango che si è visto in questi giorni. All’ex segretario del Pd non è piaciuta nemmeno la frase di Calenda su Berlusconi. “Credo abbia fatto un’operazione politicamente miope e umanamente ingenerosa“, afferma il leader di Iv.

Partendo dal fatto che potrebbe essere giustificato ad essere contro Berlusconi, politicamente, chiarisce che “Forza Italia è Berlusconi e Berlusconi è Forza Italia e lo dico a tutti quelli che parlano dei voti di Fi. Quella storia politica nasce dall’intuizione di un uomo che ha fatto pezzo di storia politica del nostro Paese“. Nega così, incalzato da Porro, di “guardare a destra” a quel centrodestra che non si riconosce nei sovranisti estremisti al governo.

Tra chi ci segue da casa c’è tanta gente che non vuole essere sovranista con Meloni né populista” con Elly Schlein e Giuseppe Conte spiega Renzi. L’ex sindaco di Firenze si dichiara molto lontano dal Pd di Elly Schlein perché riformista e più vicino alla sinistra europea e americana mentre ora nel partito democratico si sta delineando una politica massimalista, ovvero di sinistra più estrema opposto al riformismo. “La sinistra riformista non ha nulla a che vedere con la Schlein” aggiunge.