Matteo Renzi critica Giorgia Meloni sulla gestione del caso Almasri, il ruolo della Rai e le contraddizioni della Premier.
Negli ultimi giorni, il dibattito politico italiano si è infiammato attorno a una serie di eventi che mettono in discussione la leadership di Giorgia Meloni, con l’opposizione all’attacco tra cui Renzi e Conte. Dalla gestione del caso Almasri fino alle accuse di un controllo mediatico sulla Rai, il quadro che emerge non è certo lusinghiero per il governo.
Se da un lato la Premier ha sempre sostenuto una linea dura contro l’immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani, dall’altro alcune sue decisioni recenti sembrano contraddirne le promesse. Anche sul piano economico e istituzionale, i punti di forza rivendicati da Meloni vengono messi in discussione da chi, come Matteo Renzi, vede in lei una leader più attenta alla propaganda che alla sostanza.
Meloni e la gestione dell’informazione pubblica
Uno dei temi più scottanti sollevati da Renzi riguarda il ruolo della Rai e il suo presunto allineamento con il governo. Secondo l’ex premier, le notizie provenienti da Palazzo Chigi verrebbero trasmesse ai telegiornali in maniera strategica, con l’intento di screditare figure scomode al potere. “Notizie riservate di Palazzo Chigi – ufficio del sottosegretario Mantovano – vengono sapientemente e tempestivamente trasmesse, come veline, a un Tg della Rai allo scopo di far passare in cattiva luce un magistrato perché ha indagato sul governo. Servizio pubblico, anzi servizietto pubblico. Tutte le sere Vespa continua a fare il portavoce della Meloni davanti a cinque milioni di italiani. E nessuno può dirgli nulla perché la Vigilanza Rai non si riunisce più. La maggioranza non permette il funzionamento dell’istituzione di garanzia democratica del servizio pubblico”, accusa Renzi.
Ma le critiche non si fermano qui. Renzi denuncia anche un caso di presunta violazione della privacy, legato all’utilizzo di un software israeliano per il monitoraggio di telefoni. Il contratto con la società produttrice sarebbe stato annullato perché l’Italia avrebbe usato il software in modo improprio, spiando persone non autorizzate. “Un’azienda israeliana produce un potente software capace di leggere tutto nei telefonini. Il governo italiano compra questo software. Ma gli israeliani dopo un po’ stracciano il contratto perché – questa è l’accusa – l’Italia non rispetta le regole e spia persone che non possono essere spiate, ad esempio i giornalisti. È una cosa enorme, una devastante violazione della privacy che come sapete io ritengo da sempre un diritto umano inalienabile. Il governo deve dirci chi è stato: è in gioco la credibilità delle Istituzioni. Lo scandalo Paragon non può finire anche stavolta a tarallucci e vino. Chi ha sbagliato deve pagare. E Mantovano deve fare chiarezza indicando la struttura responsabile di questa violazione”, scrive Renzi nella sua e-news.
Il paradosso dell’opposizione e la sfida politica
Tuttavia, Renzi individua un altro problema che di fatto rafforza la posizione di Meloni: la frammentazione dell’opposizione. Secondo il leader di Italia Viva, se le forze di minoranza riuscissero a unirsi, il governo di centrodestra potrebbe vacillare. “Sta finalmente emergendo che l’Influencer Meloni non è una statista ma una persona impaurita, che disistima i propri alleati e che vive sotto ricatto dai libici. Aveva promesso di dare la caccia ai trafficanti di uomini e oggi li scarcera con voli di Stato. Giorgia Meloni ha ancora un grande punto di forza, purtroppo: l’opposizione. Se ci fosse un’opposizione unita e capace di far sentire la propria voce, Giorgia Meloni andrebbe a casa. Anche perché lei alle Politiche ha preso gli stessi voti di Bersani: il 26%. Ed è a Palazzo Chigi solo per il gentile regalo che le è stato fatto nel 2022 dalla leadership del Pd”, attacca Renzi.
E proprio di contraddizioni si parla nel caso Almasri, l’elemento più clamoroso della polemica. Dopo aver promesso la “caccia ai trafficanti di uomini”, il governo ha di fatto contribuito alla scarcerazione di un personaggio coinvolto in torture e violenze su donne e bambini. “Viene scarcerato un torturatore di donne, un violentatore di bambini per scelta del governo. La Meloni che aveva giurato di dare la caccia ai trafficanti di uomini scappa dall’Aula e non si presenta. Lei va solo da Porro e da Vespa. Parlamento umiliato e deriso dalla Presidente che scappa e tutti fanno finta di nulla”, denuncia Renzi. Il tutto come riportato da affaritaliani.it
Il quadro che emerge è quello di un governo che, pur dichiarandosi forte e determinato, inizia a mostrare crepe nella sua credibilità. Ma la vera domanda resta: l’opposizione saprà cogliere questa debolezza o continuerà a rimanere spettatrice?