Renzi ribadisce: "Di referendum contro di me ormai ne abbiamo fatti fin troppo"
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Renzi ribadisce: “Di referendum contro di me ormai ne abbiamo fatti fin troppo”

Matteo Renzi

Matteo Renzi definisce il referendum promosso dalla Cgil “un errore politico” e invita il centrosinistra a concentrarsi su alcuni temi.

Il recente referendum promosso dalla Cgil ha riacceso il dibattito politico in Italia, lo sa bene Matteo Renzi. La consultazione, concepita per mettere in discussione riforme e misure del passato, ha attirato forti critiche, soprattutto da chi intravede in questa iniziativa un tentativo ideologico più che una proposta concreta per il presente. È in questo contesto che interviene Matteo Renzi, leader di Italia viva, il quale pone un interrogativo fondamentale: ha senso oggi combattere battaglie del passato?

Matteo Renzi
Matteo Renzi – newsmondo.it

Preludio alla dichiarazione

Secondo Renzi, l’intera operazione referendaria ha sbagliato bersaglio. Anziché rivolgersi alle vere criticità dell’Italia di oggi, ha preferito riaprire dossier vecchi di dieci anni. Il rischio? Perdere credibilità e allontanare ulteriormente gli elettori dal dibattito progressista. In un’intervista a Repubblica, Renzi prende una posizione netta.

Renzi ribadisce la sua posizione

“Il referendum della Cgil è stato un errore politico, una scelta ideologica e il quorum era una missione impossibile, lo sapevamo tutti”, dichiara senza mezzi termini. “L’errore politico e culturale che ha fatto la Cgil è stato quello di voler regolare i conti con il passato. Hanno fatto un referendum sul mio governo di dieci anni fa ma il problema è il governo Meloni oggi.”

Queste parole segnano un punto di rottura con una parte della sinistra che, a giudizio di Renzi, è troppo legata a battaglie ideologiche. Il leader di Italia viva lancia quindi una proposta di ripartenza, non solo tattica ma culturale: “Vinciamo se incalziamo Meloni sulla sicurezza, sulle tasse, sugli stipendi, sulla sanità. Perdiamo se parliamo di ideologie e passato. Di referendum contro di me ormai ne abbiamo fatti fin troppo. Proviamo ora a voltare pagina e ripartire dai contenuti valorizzando quello che c’è di buono.”

E rivolgendosi direttamente agli altri attori del centrosinistra, ammonisce: “Se il centrosinistra la smette di litigare sul passato, mandiamo a casa Meloni e tutti i suoi camerati di merende. Non capisco cosa stiamo aspettando.

Renzi chiude il suo intervento con un messaggio rivolto agli astenuti e agli elettori indecisi: “Tra gli astenuti c’è un sacco di gente che non ne può più dell’incapacità della premier, di Salvini e Lollobrigida. Fuori dal recinto referendario ci sono più di 14 milioni di persone che però aspettano proposte concrete e non ideologiche.” E aggiunge: “Ci sono Pd, M5s e Avs, che spesso sulle posizioni chiave hanno un’idea di sinistra dura, come sul Jobs act o su Gaza. E poi ci siamo noi, i riformisti. E senza di noi non si vince.”

Il messaggio è chiaro: basta divisioni, basta ritorni al passato. Per Renzi, l’unica strada per costruire un’alternativa valida al governo Meloni nel 2025 è mettere da parte le ideologie e costruire una piattaforma concreta, inclusiva e riformista.

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ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2025 12:43

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