Sguardo alla riforma della Giustizia ma soprattutto a cosa potrebbe accadere al Governo e alla Meloni. Parla Matteo Renzi.
Dopo aver criticato aspramente il Governo su diversi temi, Matteo Renzi, al Corriere della Sera, ha avuto modo di esprimersi anche sulla recente approvazione in Senato della riforma della Giustizia. Secondo il politico toscano si tratta di una “riformicchia” a cui farà seguito un Referendum che, a seconda dell’esito, potrebbe “mandare a casa” la Meloni.

Renzi e il commento sulla riforma della Giustizia
Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, di cui vi riportiamo solo alcuni passaggi, Matteo Renzi ha prima di tutto detto la sua sulla riforma della Giustizia: “È una riformicchia. Non è vero che si tratta di una riforma storica che cambierà la giustizia come dicono da destra gli ex giustizialisti. E non è vero che si tratta di un golpe come dicono da sinistra gli ex riformisti”, ha detto.
Parlando del suo partito, il politico toscano ha aggiunto: “Ci siamo astenuti come del resto ci eravamo astenuti per ragioni analoghe sulla legge Cartabia ai tempi del governo Draghi, pur essendo allora in maggioranza. La separazione delle carriere c’è già e ogni anno solo 28 persone tra i quasi novemila magistrati cambiano funzione. Le pare storica una riforma che riguarda ventotto persone? Meloni ha come sempre messo una bandierina ideologica, ma per Garlasco o Bibbiano o la malagiustizia con questa riforma non cambierà assolutamente nulla”, ha detto ancora Renzi.
“Meloni dovrà andare a casa”
A precisa domanda sulla riforma e su quello che sarà il Referendum confermativo, Renzi ha detto: “Sono l’ultimo a poterle dare consigli. Per me è stato un errore impedire al Parlamento di emendare. Meloni vuole farsi vedere garantista. Noi ce la ricordiamo a Bibbiano, come pure massacrare la mia famiglia o strumentalizzare le inchieste sugli avversari. Vuole darsi un aspetto liberale, vediamo se gli italiani le crederanno”.
E ancora: “Parliamoci chiaro. Se il governo fa una riforma e la impone in Aula impedendo che ci siano emendamenti è chiaro che se gli italiani votano contro, il governo va a casa. Fare un referendum su un testo scritto dal governo significa chiedere la fiducia, non al Parlamento ma agli italiani. Se perde, Meloni sarà costretta ad andare a casa, certo“.
 
       
                    