Renzi sbugiarda la sinistra: "Io faccio campagna per il No"
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Renzi sbugiarda la sinistra: “Io faccio campagna per il No”

Matteo Renzi

Matteo Renzi critica il referendum sul Jobs Act, definendolo una battaglia ideologica che distoglie l’attenzione dalle vere priorità.

Il panorama politico italiano è nuovamente scosso da una frattura interna alla sinistra, lo sa bene Matteo Renzi. Il referendum promosso dalla CGIL, che mira a cancellare alcune misure del Jobs Act, ha diviso l’opinione pubblica e i partiti. Il Partito Democratico di Elly Schlein sostiene l’abrogazione di una legge varata dallo stesso PD nel 2015, mentre una parte consistente del centrosinistra si dissocia, temendo ripercussioni sul piano politico e sociale.

Matteo Renzi
Matteo Renzi – newsmondo.it

Il cuore del dibattito: il Jobs Act

Varato dal governo Renzi nel 2015, il Jobs Act ha rappresentato una riforma profonda delle regole del mercato del lavoro. Ha introdotto, tra le altre cose, la NASpI, il divieto delle dimissioni in bianco e un nuovo contratto a tutele crescenti. Tuttavia, oggi è al centro di una proposta di referendum per eliminarne alcuni aspetti. Ma secondo l’ex premier, la battaglia non solo è infondata, ma anche controproducente.

Renzi: «Una battaglia che trascura il futuro»

In un’intervista rilasciata a Il Messaggero Veneto il 5 giugno 2025, Matteo Renzi afferma con decisione: «Aprire una battaglia referendaria che nasce già persa non rafforza l’opposizione, la indebolisce. Io faccio campagna per il No, ma credo che, subito dopo, sarebbe meglio parlare di futuro. Il centrosinistra deve dare risposte su salari, sanità e sicurezza. Non discutere una battaglia ideologica contro il Jobs Act».

Per Renzi, la priorità è tornare a una visione prospettica del lavoro: «Il Jobs Act ha prodotto più tutele, più diritti, non meno. Ha abolito le dimissioni in bianco, introdotto la Naspi e il Reddito di inclusione, rafforzato l’apprendistato, scoraggiato le false partite Iva, dato avvio a un sistema di politiche attive e di formazione. Ha favorito assunzioni, non licenziamenti».

E la sua posizione è netta: «La verità è che il mercato del lavoro funziona se è dinamico. E il nostro problema sono i salari bassi, non i licenziamenti facili». In chiusura, rilancia un appello: «Parliamo piuttosto di futuro: AI, qualità del lavoro, investimenti sulla conoscenza, società quantistica».

Un messaggio chiaro, che invita la politica a non perdersi in battaglie del passato.

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ultimo aggiornamento: 5 Giugno 2025 12:48

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