L’analisi di Matteo Renzi che riguarda i rapporti tra l’Europa e gli Stati Uniti con particolare focus su Trump e la forza di Bruxelles.
Matteo Renzi è tornato a parlare via social e lo ha fatto dopo le dichiarazioni piuttosto forti di qualche giorno fa verso la Premier Giorgia Meloni. In questo caso, il leader di Italia Viva ha scelto di fare una riflessione generica sugli Stati Uniti, la forza di Trump e il ruolo dell’Europa con quelle che dovrebbero essere, secondo lui, alcune mosse da mettere in atto da parte di Bruxelles.

La riflessione di Renzi su Trump ed Europa
“Sono su un volo Bruxelles Roma. E mentre rientro in Italia mi tornano in mente le discussioni di questi giorni sul futuro dell’Europa”, ha esordito Matteo Renzi nel suo ultimo post social su X. “Che Trump sia… Trump è evidente a tutti. È evidente a chi lo ama, anche dalle nostre parti, ma è sempre più evidente anche a chi sta smettendo di votarlo”, ha aggiunto ancora il leader di Italiva Viva.
In questa ottica, il politico toscano ha aggiunto qualcosa di molto particolare: “I media parleranno poco di Miami, ma la vittoria a sorpresa di una sindaca dem in questa città vale più della vittoria scontata a NYC. Il nodo però non è ciò che dice Trump ma ciò che fa (e non fa) l’Europa. Non è colpa di Trump se abbiamo riempito di burocrazia senz’anima i palazzi di Bruxelles, non è colpa di Trump se abbiamo fatto il Green Deal o abbiamo rifiutato l’innovazione, non è colpa di Trump se non facciamo nulla per trattenere la fuga dei cervelli. L’Europa è in declino demografico, è vero. Ma ha una forza strabiliante: la cultura, i valori, il talento. Il sogno dei padri fondatori era far terminare una guerra civile lunga secoli. Chi come noi sogna gli Stati Uniti d’Europa vorrebbe fare un passo in avanti e vedere questo continente diventare capitale della politica e della diplomazia, non della mediocrità e della tecnocrazia”.
Cosa deve fare Bruxelles secondo Renzi
Entrando nel dettagli di quelle che a detta sua dovrebbero essere le azioni europee, Renzi ha quindi aggiunto nel post social: “Allora va benissimo rispondere a Trump mettendo la bandiera europea nel proprio profilo Instagram, per carità. Ma serve a poco: il problema è come riaccendere quelle dodici stelle, come restituire visione e coraggio a Bruxelles, come tornare a essere grandi valorizzando le radici e spiegando le ali. Significa avere una strategia sul quantum computing, sulla blu economy, sulle università e l’educazione, su una visione ambientale centrata sull’innovazione e non sull’ideologia”.
Da qui una serie di consigli: “Certo: anche sulla difesa comune, ma non si è mai visto un Paese che si arma e rinuncia alla diplomazia. La principale arma dell’Europa era il suo soft power… ora invece non tocchiamo palla su nulla. Su tutti questi temi, il problema dell’Europa non è a Washington, ma a Bruxelles. E mentre volo verso Roma ricordo il coraggio che portò proprio nella città eterna i primi sei Paesi a costruire l’Unione. Se vogliamo bene all’Europa oggi la sfida non è banalmente attaccare Trump come tutti ma cambiare Bruxelles fino in fondo. Perché i Trump passano, le burocrazie europee no. Ok, so che molti non saranno d’accordo. Ma non ne posso più delle frasi fatte di chi dice Viva l’Europa e non spiega come fare a cambiarla. Se l’Europa non cambia, muore. E adesso fuoco alle polveri, vi leggo nei commenti”.
Sono su un volo Bruxelles Roma. E mentre rientro in Italia mi tornano in mente le discussioni di questi giorni sul futuro dell’Europa. Che Trump sia… Trump è evidente a tutti. È evidente a chi lo ama, anche dalle nostre parti, ma è sempre più evidente anche a chi sta smettendo…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) December 10, 2025