Riaperto il caso di Tiziana Cantone: nuove indagini
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Direttore: Alessandro Plateroti

Riaperto il caso di Tiziana Cantone: nuove indagini

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La Procura di Napoli riapre il caso di Tiziana Cantone, la ragazza trovata morta nel 2016 nella sua casa di Casalnuovo.

Il caso di Tiziana Cantone, la ragazza di 31 anni trovata morta con un foulard al collo il 13 settembre 2016 a casa della madre a Casalnuovo di Napoli, è stato riaperto. Saranno necessarie altre indagini e il caso viene riaperto. La morte della ragazza era collegata alla diffusione in rete a sua insaputa dei video che la ritraevano. Il giudice per le indagini preliminari di Napoli nord ha ordinato nuove indagini accogliendo l’opposizione dei legali della vittima contro la richiesta di archiviazione della Procura.

Il pubblico ministero aveva aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti, fatto riesumare la salma ordinando l’autopsia mai effettuata, ed è tornato all’ipotesi primaria di suicidio per impiccagione, ritenendo la strada dell’omicidio, secondo quanto emerso dall’autopsia, non praticabile. Il pm ha chiesto quindi ha richiesto l’archiviazione al gip. Ma non è ancora finita.

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L’ipotesi di suicidio non prevale su quella di omicidio

Tiziana Cantone fu trovata dalla zia quando era ormai morta. Il caso venne subito classificato come suicidio dai carabinieri ma la madre non ha mai accettato questa ipotesi e ha combattuto per riaprire il caso. Inoltre, il biologo forense riteneva impossibile che quel foulard avesse causato lo strangolamento della vittima e che la posizione del corpo rendeva impossibile il “penzolamento con conseguente asfissia”.

Per il gip “lo stato scheletrico del corpo, riesumato nel maggio 2021 a distanza di cinque anni dalla morte rende impossibile qualsivoglia valutazione sulle consulenze di pm e parte offesa”, resta il valore invece delle consulenze relative alla dinamica che hanno messo appunto in dubbio il suicidio. I medici legali nominati dalla difesa ritengono che i ctu della Procura avrebbero omesso l’esame sulla cosiddetta “vitalità del solco”, che può dire se la morte è causata “da una meccanica di impiccamento o strangolamento”.

Il suicidio, per il gip, non prevale sull’ipotesi di omicidio per questo la procura deve effettuare nuove indagini e nominare un perito per accertare la compatibilità degli oggetti con un decesso per asfissia da impiccagione”.

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ultimo aggiornamento: 16 Febbraio 2023 16:00

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