Da quota 100 a quota 104, il governo ragiona sulla riforma delle pensioni in vista dell’approvazione delle Legge di Bilancio.
Dopo l’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio, al governo si discute sulla riforma delle pensioni. L’unica certezza è che si va verso il superamento almeno parziale di quota 100, misura-bandiera della Lega di Matteo Salvini. Ma l’ipotesi di passare per quota 102 per poi arrivare a quota 104 non convince.
Il governo lavora alla riforma delle pensioni
Una delle ipotesi al vaglio del governo per il superamento di Quota 100 è quello di passare a quota 102 per un periodo di due anni per poi approdare a quota 104. Centrodestra e Centrosinistra chiedono al premier Draghi di rivedere i tempi della transizione. Dal canto suo il Presidente del Consiglio deve fare i conti con il problema legato ai fondi a disposizione. Rivedere il piano per la riforma delle pensioni ha un costo. Un costo che deve essere reso sostenibile.
Da quota 100 a quota 104
Lo spazio per intervenire con le modifiche c’è. Nel Documento Programmatico di Bilancio il governo non ha fornito dettagli sulla manovra che porterà alla riforma delle pensioni.
I partiti di maggioranza hanno avviato un forte pressing sul premier Draghi e sul ministro dell’Economia Franco chiedendo di prendere in considerazione almeno misure alternative per chi svolge lavori gravosi.
L’ipotesi proposta al premier e al ministro è quella di rendere graduale la riforma, passando quindi da quota 102 a quota 103. Il passaggio avverrebbe nell’arco di due anni. A due anni di distanza si arriverebbe quindi al traguardo di quota 104.
L’ipotesi è al vaglio del governo ma si torna al problema economico. Il valore complessivo della Manovra non cambia, quindi per stanziare più fondi alla voce riforma delle pensioni bisogna andare a tagliare da qualche altra parte. E nessuna delle forze di maggioranza sembra intenzionata a sacrificare qualche miliardo impoverendo le proprie misure-simbolo, come ad esempio il Reddito di Cittadinanza per il Movimento 5 Stelle.
