Sui rigori incide e quanto il fatto di calciarli per primi? Lo studio di un economista fa luce sull’argomento: il risultato è eloquente.
Il rito della monetina ha ancora un rilievo nel decretare l’esito di una gara in perfetto equilibrio dopo i tempi supplementari. Non più nello stile degli anni ‘70, quando una situazione di persistente parità era perlopiù decisa dalla dea bendata, da un sorteggio: adesso ci sono i rigori, cinque per parte (o all’infinito), come hanno sperimentato martedì gli uomini di Roberto Mancini agli Europei. Ma lo stesso lancio della moneta conta.
Rigori: le rilevazioni di uno studio
Il professor Ignacio Palacios-Huerta della London School of Economics, che registra dati sui tiri dal dischetto dal 1997, ha calcolato che nel 60 per cento dei casi il successo arride alla compagine che per prima inizia a calciare, in una sequenza stabilita, appunto, dalla monetina. Probabilmente è solo una questione di tensione, di nervi. Difatti, chi va a tirare per secondo è spesso sottoposto a una maggiore pressione.
L’Italia si è presentata sul dischetto per prima, e nell’ottavo Francia-Svizzera è stata l’ultima esecuzione, quella fallita da Mbappé, a determinare l’uscita dei Bleus di Didier Deschamps. 60 a 40 non è una differenza trascurabile: l’influenza della sorte incide tuttora in maniera significativa, sebbene contrastata dall’abilità di rigorista e portiere.
La possibile soluzione”
Da tempo ci si interroga se esista una modalità per azzerare il ruolo esercitato dalla fortuna. Tolta l’eventualità che ogni rigore sia battuto contemporaneamente, Palacios-Huerta ha prospettato una sequenza ABBA: due volte la squadra A calcia per prima, due volta la B. Sussiste comunque il “problema” del 5° rigore, sul quale potrebbe gravare una enorme pressione a chi batte per secondo.
Una soluzione consisterebbe nell’alzare da cinque a otto il numero dei rigori, secondo la sequenza binaria ABBABAAB: ci si avvicinerebbe il maggiormente possibile al 50 per cento di probabilità per ambedue le avversarie. Un’idea difficile da porre in pratica, data la confusione che genererebbe nello spettatore.