Non solo le bombe e la fame, in Ucraina c’è un alto rischio di epidemie di poliomelite e altre malattie infettive.
Ad affliggere una popolazione che vive in condizioni precarie e disumane c’è anche l’alto rischio di contrarre malattie infettive. In alcuni casi i civili vivono senza acqua e senza elettricità e senza medicinali, come nel caso di Mariupol dove l’esercito russo blocca anche l’arrivo di medicine alle persone. Con una pandemia ancora in corso gli assembramenti causati dalla guerra non hanno aiutato all’arrestarsi del contagio da Covid19.
Per proteggersi dai bombardamenti le persone si assembrano negli scantinati, nelle stazioni della metropolitana e in rifugi temporanei dove sono costipati e la trasmissione del Covid e di altri virus è molto facile. L’Ucraina, inoltre, ad oggi aveva uno dei più bassi tassi di vaccinazioni, quindi la maggior parte della popolazione non è nemmeno protetta. Solo circa il 65% è vaccinato a Kiev, ma fino al 20% in alcune regioni, ha affermato Jarno Habicht, capo dell’ufficio dell’Oms in Ucraina. In Ucraina c’è una grave diffidenza verso i vaccini. Questo ha anche influito sul processo di immunizzazione contro altre malattie come il morbillo e la poliomielite.
Epidemia di poliomelite in Ucraina
Ma non c’è solo il Covid19, a causa della guerra molti ospedali sono distrutti e la carenza di servizi igienici può contribuire all’aumento del rischio di malattie come il colera. La rivista Nature scrive che si temono epidemie di poliomielite e morbillo. Senza le strutture sanitarie è compromesso anche l’accesso ai servizi diagnostici e di cura contro la tubercolosi e l’HIV/AIDS. Il rischio di poliomelite è molto alto dato che prima della guerra c’era un focolaio. Dato che il poliovirus causa paralisi solo su una persona su circa 200 che infetta, l’epidemia potrebbe essere molto più grande anche se non si hanno evidenze. L’invasione russa ha bloccato la campagna vaccinale mirata, iniziata l’1 febbraio. Ovviamente, il virus non è più tenuto sotto controllo quindi potrebbe diffondersi indisturbato ed è questa la preoccupazione della Global Polio Eradication Initiative, con sede a Ginevra.