Il caso Sangiuliano, le sorelle Meloni e tanto altro. Roberto D’Agostino tuona su diversi argomenti dell’attualità italiana.
In una lunga intervista a Repubblica, il fondatore di Dagospia, Roberto D’Agostino, ha affrontato diversi temi scottanti relativi all’attualità italiana. In particolare spiccano le parole sul caso Sangiuliano-Boccia, ma anche le vicende relative al ministro Lollobrigida e, ovviamente, una bordata piuttosto pesante alle sorelle Meloni, Giorgia e Arianna.
Roberto D’Agostino, il caso Maria Rosaria Boccia
Parlando del caso che ha visto coinvolta Maria Rosaria Boccia e il ministro Sangiuliano, D’Agostino ha risposto ad alcune domande legate al fatto che Dagospia abbia dato per primo la notizia sulla vicenda: “Quando mi hanno segnalato il suo primo post, il 26 agosto, sono andato a sbirciare il suo profilo Instagram. Non credevo ai miei occhi. Cosa mi ha colpito? Tutte quelle foto con Sangiuliano. Era il diario visivo di una relazione. Ho chiesto in giro e mi hanno detto che i due erano amanti”.
In questo senso D’Agostino ha spiegato di aver chiamato Sangiuliano per avere delle notizie dalla fonte principale e di aver riportato la sua smentita al netto del fatto che l’ormai ex ministro della Cultura al telefono “balbettava“.
Secondo il fondatore di Dagospia la Boccia “non voleva soldi, voleva pure lavorare gratis, il contratto era il suggello all’unione. Ma soprattutto il titolo che le permetteva di andare su e giù a spadroneggiare per le stanze del ministero […]”.
La bordata alle sorelle Meloni
Nel corso dell’intervista non sono mancati certi passaggi pesanti anche sulle sorelle Meloni: “La verità è che al potere è arrivato un centrodestra di scappati dalla scuola Radio Elettra di Torino”. E ancora: “Non sanno cos’è la cultura del potere”. Andando avanti su Arianna e Giorgia Meloni: “Se comandano l’Italia? Ma se non comandano nemmeno mariti e compagni. Se non riesci a governare in casa, come puoi governare un Paese?”. “Se soffronto di complottismo? Ha dell’incredibile che un premier non si fidi di un corpo dello Stato, come la polizia. Mai successo. Sono isolati in Europa, emarginati a Washington e passano il tempo a incontrare Orbàn. Una donna sola al comando rischia di andare a sbattere”, ha continuano D’Agostino.
L’uomo ha poi sottolineato come Lollobrigida sia “un’altra vittima dell’euforia del potere. Ne ho vista di gente a cui un auto blu e cinque telefoni sulla scrivania hanno fatto partire l’embolo”.