I robot aspirapolvere insultano i proprietari? Svelati alcuni episodi inquietanti che rivelano la vulnerabilità di questi dispositivi smart.
La scena è surreale: Daniel è nel suo salotto quando sente una voce metallica urlare un insulto razzista. Confuso, realizza che la fonte del suono è il suo robot aspirapolvere, un modello Ecovacs che fino a poco prima sembrava essere semplicemente un aiuto per le pulizie.
Non è un caso isolato: sempre più episodi del genere stanno emergendo, mettendo in luce quanto siano vulnerabili questi dispositivi apparentemente innocui.
Robot aspirapolvere bersagliati dagli hacker: cosa succede
La vicenda di Daniel, riportata da Fanpage, è solo la punta dell’iceberg. I robot aspirapolvere, dotati di tecnologie avanzate come sensori e telecamere, sono diventati un bersaglio facile per hacker che sfruttano falle di sicurezza per prendere il controllo di questi dispositivi.
In molti casi, come sottolinea Dennis Giese, ricercatore presso la Northeastern University: “Hanno hardware potenti, sensori potenti, e possono girare in casa tua e non hai modo di controllarli“. Un incidente simile infatti è accaduto a Los Angeles. Un robot ha iniziato inspiegabilmente a inseguire un cane.
Mentre a El Paso, il dispositivo ha insultato il suo proprietario nel cuore della notte. In un altro caso ancora, un aspirapolvere con telecamera integrata ha catturato una foto della proprietaria in un momento di intimità e l’ha poi caricata su Facebook.
Le accuse alle aziende
Molte aziende, tra cui Ecovacs, sono state accusate di adottare misure di sicurezza insufficienti. La connessione Bluetooth poco sicura, l’utilizzo di PIN facilmente violabili e l’assenza di protocolli di protezione adeguati rendono questi robot un facile bersaglio per i criminali informatici.
Come spiegato dall’assistenza clienti di Ecovacs, una possibile causa degli incidenti è il credential stuffing: gli hacker sfruttano vecchie credenziali recuperate da altri siti per accedere ai dispositivi smart. Questo, però, non giustifica l’atteggiamento negligente di alcune aziende, che sembrano minimizzare la gravità del problema.