Romeo Ferraris: il mastro orologiaio
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Direttore: Alessandro Plateroti

Romeo Ferraris: il mastro orologiaio

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Romeo Ferraris è un personaggio davvero unico. Mago dei motori da cui ha sempre saputo trarre il massimo delle prestazioni, è maestro anche nell’arte orologiaia.

Romeo Ferraris ha chiamato “Corse nel Tempo” la preziosa collezione di segnatempo che realizza con altrettanta maestria dei motori che lo hanno reso celebre (clicca per leggere la storia di Ferraris preparatore). Nel 1990, l’amico Stefano Casiraghi – compianto marito di Carolina di Monaco, amante di gare nautiche offshore e proprio per tale ragione divenuto prima cliente per la fornitura dei famosi motori marini Seatek e poi grande amico di Romeo Ferraris -, gli regalò un costosissimo orologio dicendogli: «tienilo da conto perché costa come una Porsche!»

Quel dono costituì la scintilla che lo fece innamorare del settore. Ferraris cominciò a frequentare mercatini e negozi di antiquariato dove si vendevano vecchi orologi degli Anni Venti e Trenta, spesso non funzionanti, comprandoli a poco prezzo con il preciso scopo di imparare a conoscere ogni caratteristica dei diversi tipi di movimenti (quasi sempre di origine svizzera) e di ripararli.

Ci volle del tempo. Ma presto fu in grado di modificare e migliorare i movimenti, sostituendo spesso anche alcuni componenti. Trovò consiglio e aiuto nell’amico giornalista Eugenio Zigliotto, autorevole esperto nei motori quanto negli orologi.

Un giorno gli capitò per le mani un vecchio Longines con la cassa in oro tutta ammaccata: senza pensare alle difficoltà che avrebbe potuto incontrare, ne realizzò una nuova, perfettamente identica all’originale. Fu così quasi spontaneo il passaggio dal rifare vecchie casse alla costruzione di nuove: costruite interamente a mano in oro bianco e in oro rosa, di forma rotonda a botte e rettangolare, con quadranti in laminato d’oro laccato nero, numeri scheletrati o bianchi con piccolissima bordatura in oro o addirittura con quadrante porcellanato.

La realizzazione di quest’ultimo rappresentò una scommessa che Romeo Ferraris fece con se stesso: lo smalto del quadrante fu ottenuta da polvere di vetro fusa in forno a temperature varianti da 720 a 820 gradi. Una lavorazione che costituisce uno dei segreti degli orologiai svizzeri, come la realizzazione delle lancette, soprattutto di quelle piccole per i contatori dei cronografi. Ferraris riuscì a creare lancette di gran pregio nei più differenti stili e disegni.

Con comprensibile orgoglio, sottopose quindi a collezionisti e appassionati di orologi i propri modelli con un ingrandimento di 50 volte del quadrante e delle lancette: un controllo che in genere si limita a ingrandimenti di due volte e mezzo.

Oggi, Romeo Ferraris riesce a costruire non più di due, al massimo tre orologi, che vengono subito acquistati da collezionisti: difficile dunque poter vedere una sua creazione recente o appena finita. Abbiamo detto che fa tutto da sé: e quando diciamo tutto, intendiamo proprio tutto. Ferraris realizza infatti anche i cinturini cuciti a mano in pelle del colore che si sposa perfettamente con quello del quadrante.

In fondo all’officina, attraverso una porticina che non dà assolutamente nell’occhio poiché sembra quella di un ripostiglio, si accede al laboratorio del maestro orologiaio Romeo Ferraris. Si tratta di un veranda molto luminosa in cui sono schierate a lisca di pesce decine di macchinari per la costruzione di orologi.

Un tocco di classe è rappresentato dal colore verdino utilizzato su tutti i diversi apparecchi, messi assieme con tanta pazienza in una decina d’anni: un colpo d’occhio, per chi entra la prima volta nel laboratorio, che lascia davvero meravigliati.

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ultimo aggiornamento: 26 Ottobre 2015 11:35

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