Nel caso Ruby ter alcuni politici italiani vennero accusati a vario titolo di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.
Nel 2011 i casi Ruby, Ruby bis e Ruby ter avevano macchiato la politica italiana in seguito ad uno scandalo che vedeva come protagonista la ragazza marocchina Karima El Marough, detta anche “Ruby Rubacuori”. In quegli anni la giovane era stata fermata dalla Questura di Milano, in quanto implicata in un giro di prostituzione nella villa di Arcore dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Alla luce delle indagini l’attuale leader di Forza Italia venne posto sotto processo, ma nel 2015 venne assolto dall’accusa di concussione e prostituzione minorile. Implicati nel caso anche volti noti come quello di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione.
Adesso, a distanza di quasi 13 anni dal caso che vedeva come protagonista in un giro di prostituzione il Cavaliere, il governo ha annunciato di non essere più parte civile nel processo in questione. Nello specifico, Palazzo Chigi ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato per la revoca. A predisporre la costituzione era stato Gentiloni.
La nota di Palazzo Chigi
Palazzo Chigi ha annunciato in una nota nel comunicato della Presidenza del Consiglio: “La Presidenza del Consiglio informa di avere in data odierna dato incarico all’Avvocatura dello Stato perché revochi la propria costituzione di parte civile nel processo penale c.d. ‘Ruby ter’ a carico – fra gli altri – del Sen. Silvio Berlusconi. La costituzione era stata disposta nel 2017 dal Governo Gentiloni, un esecutivo a guida politica. In base a una scelta dettata da valutazioni sue proprie, in un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda”.
“La formazione, avvenuta nell’ottobre 2022, di un nuovo governo, espressione diretta della volontà popolare, determina una rivalutazione della scelta in origine operata. Ciò appare tanto più opportuno alla stregua delle assoluzioni che dapprima la Corte di Appello di Milano con sentenza del luglio 2014, divenuta irrevocabile. Poi il Tribunale di Roma con sentenza del novembre 2022 hanno reso nei confronti del Sen. Berlusconi in segmenti della stessa vicenda”, conclude.