La proposta del direttore dell’Agenzia delle entrate punta a una semplificazione sulle tasse per le partite iva. Scadenze facili, senza acconti e saldi.
ROMA – Il mondo delle tasse potrebbe avere una svolta storica. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha infatti proposto una riforma del fisco per quanto riguarda il calcolo degli importi dovuti e i tempi dei versamenti.
La proposta di Ruffini
Ernesto Maria Ruffini, in una intervista al “Messaggero”, ha spiegato nei dettagli la sua proposta. Il pilastro è quello di eliminare il fisco fondato sui saldi e sugli acconti, sulle mille scadenze differenziate per tributo, imposta, bollo e quindi sulle concentrazioni di versamenti che strozzano le partite Iva.
Tasse, addio a acconti e saldi
“Si cancellerebbe – spiega Ruffini – tutto il meccanismo attuale di acconti e saldi, nonché la ritenuta sui redditi di lavoro autonomo, evitando a monte il sorgere di crediti di imposta versata in più che il fisco dovrebbe poi rimborsare“. Perché, chiarisce il direttore delle Entrate, “il ‘fisco di massa’ ha bisogno di automatismi: deve essere un fisco automatico, ma controllabile“.
Oggi un’impresa soggetta all’Irpef, considerando solo Irap e Iva, e quindi senza eventuali Imu, Tari, bollo, concessioni, deve pensare a 11-31 appuntamento con il fisco l’anno. Anche se non ci sono dipendenti.
Automatismo e semplificazione
Inoltre, l’obbiettivo finale di lungo respiro è giungere al pagamento delle tasse mese per mese. In questo modo, aggiunge Ruffini, le partite iva avrebbero maggiore possibilità di avere liquidità e di fare investimenti, grazie all’immediata deducibilità degli investimenti, cosa che invece attualmente avviene in maniera diluita con gli ammortamenti.
In definitiva, il fisco disegnato da Ruffini prevede un prelievo al mese o al limite una trimestrale. L’agenzia calcola le tasse, chiede al contribuente un ok al prelievo del dovuto, con compensazioni già fatte, e incassa. In alternativa, avanza la richiesta del riconoscimento di un credito per le successive scadenze.