Un gruppo di imprese ha chiesto al governo di Putin di permettere ai dipendenti di aumentare la propria mole di lavoro per risollevare l’economia.
La Russia potrebbe passare a settimane lavorative della durata di sei giorni per poter fronteggiare le pesanti sanzioni imposte dall’Ue. L’economia della nazione governata da Vladimir Putin si è impegnata in questi mesi a sfidare il resto del mondo per portare avanti la propria campagna contro l’Ucraina.
Oggi, però, le difficoltà dei suoi settori produttori cominciano ad essere tangibili. Per evitare una possibile crisi, un gruppo di imprese russe ha chiesto al governo di consentire ai dipendenti di lavorare un giorno in più a settimana.
La richiesta delle imprese
La richiesta delle imprese, come si legge nell’appello pubblicato dall’associazione di Avanti, è semplice: “Grazie alle chiare azioni del governo e della Banca centrale, l’economia e la valuta nazionale della Russia non solo hanno resistito al colpo, ma hanno anche dimostrato resistenza allo stress. Tuttavia, allo stato attuale, permane la necessità del nostro sistema finanziario ed economico di ulteriori investimenti”. E, tra queste azioni, la più facilmente attuabile è l’aumento della settimana lavorativa che: “Contribuirà ad aumentare la forza dell’economia russa di fronte alle sfide moderne e a raggiungere gli obiettivi fissati dal presidente russo Vladimir Putin per il 2023. In particolare, per realizzare una svolta tecnologica e industriale, rafforzare la sovranità economica e ridurre la dipendenza da istituzioni straniere”.
Una richiesta che riporta Mosca ai tempi dell’Urss e, precisamente, alla Seconda Guerra Mondiale quando i russi erano costretti a lavorare per sei o sette giorni consecutivi. Si attende quindi la risposta dei sindacati che, all’inizio del conflitto con l’Ucraina, avevano proposto di accorciare la settimana lavorativa.