Giuseppe Conte deve districarsi tra il caso Russiagate e il caso Fiber. Il Copasir continua ad acquisire informazioni per chiarire la posizione del premier.
Il ruolo dell’Italia e soprattutto di Giuseppe Conte nel caso Russiagate continua ad essere tutt’altro che chiaro. Dagli Stati Uniti arriva infatti la smentita al premier sul ruolo svolto dalle nostre istituzioni nelle indagini condotte da William Barr.
Russiagate, Conte smentito dagli Usa
Il Copasir continua ad acquisire informazioni. Vecchione ha confermato la ricostruzione del Presidente del Consiglio. Ha confermato di aver incontrato Barr in due occasioni e di aver risposto a domande sull’attività degli agenti dell’Fbi in Italia. Vecchione avrebbe risposto alle domande del Ministro statunitense ma non gli avrebbe consegnato alcun materiale.
Il problema è che dagli Stati Uniti fanno sapere che in Italia ci sarebbero informazioni utili al lavoro di indagine. La verità sul caso sarà palese nelle prossime settimane, quando gli Stati Uniti pubblicheranno il rapporto Barr, nel quale sarà chiaro il ruolo dell’Italia e l’apporto dei Servizi Segreti nostrani alla causa americana.
Possibile caso di conflitto di interessi, Giuseppe Conte alle prese con il caso Fiber
Ma non è tutto. Su Giuseppe Conte pende anche la spada di Damocle del caso Fiber, un presunto caso di conflitto di interessi sul Golden Power. La vicenda è legata alla consulenza dell’allora avvocato Giuseppe Conte alla Fiber 4.0, società interessata all’acquisizione della Retelit. La trattativa sarebbe poi tramontata in quanto gli azionisti avrebbero preferito accogliere la proposta di due investitori stranieri. Fino a qui nulla di strano o di illegale o di sospetto. Qualche dubbio sorge quando quel Giuseppe Conte in questione diventa Presidente del Consiglio di un governo che esercitò la Golden Power. E l’operazione Retelit si bloccò.
