Turbano le dichiarazioni di Alessandro Sallusti su Giorgia Meloni

Turbano le dichiarazioni di Alessandro Sallusti su Giorgia Meloni

Il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, analizza le critiche crescenti nei confronti di Giorgia Meloni e il motivo da cui derivano.

La questione dei ritardi dell’attuazione del Pnrr preoccupa tutti, da Mattarella all’Europa. La premier Giorgia Meloni si difende dicendo che il piano il suo governo l’ha ereditato da altri e queste sono le conseguenze.

Una tesi che trova manforte anche nelle parole del direttore di Libero Alessandro Sallusti che ha analizzato le critiche esplose sul piano finanziato dall’Ue.

Tra un anno si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e la paura che il melonismo possa dilagare fa già novanta” ha dichiarato convinto Sallusti. Il direttore di Libero spiega che l’Italia è in seria difficoltà nel mettere in piedi le opere previste dal piano nei tempi previsti, nonostante l’approvazione dei progetti, ma questo, ricorda il giornalista, è una questione che ha toccato anche i precedenti governi di Draghi e prima ancora di Conte.

Giorgia Meloni in aula

La tesi del direttore del quotidiano

L’Italia rischia di rimanere isolata perché una destra di governo presentabile in giro per il mondo fa paura” scrive Sallusti. “Seppellisce la narrazione che solo la sinistra o i centristi siano capaci di stare a tavola secondo galateo” attacca il direttore secondo cui i gruppi socialisti in Europa hanno intenzione di fermare Giorgia Meloni prima che sia troppo tardi.

Il direttore del quotidiano di destra evidenzia come i socialisti e i centristi “Speravano di farlo facilmente, che lei offrisse pretesti fascistoidi o di sovranismo antieuropeista“. Secondo Sallusti ora “Devono prendere atto che così non è e allora provano a inventarsi altre vie per metterla in difficoltà, tipo appunto spezzare il capello in quattro sul Pnrr quando tutti sanno che lei con quel piano non c’entra proprio nulla, se l’è trovato fatto e blindato dall’Europa stessa”.

Sul tema interviene anche il presidente di Confindustria Bonomi che dà ragione a Meloni, e a Sallusti, dicendo che gli errori del Piano sono stati fatti soprattutto durante il governo Conte. La stessa Confindustria aveva chiesto poi al governo Draghi di fare interventi riparatori agli errori di Giuseppe Conte.