La Lega festeggia i suoi 40 anni: il leader Matteo Salvini ha condiviso un importante messaggio per celebrare il momento.
Una giornata molto importante per la Lega che festeggia 40 anni. Il noto partito fondato dal Senatur Umberto Bossi il 12 aprile 1984 celebra oggi un momento fondamentale della sua storia. In questo senso, l’attuale leader, Matteo Salvini, non ha voluto far mancare un messaggio speciale.
Il messaggio di Salvini per i 40 anni della Lega
Attraverso un post condiviso anche su Instagram, il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha voluto far mancare il proprio messaggio in occasione dei 40 anni del Carroccio.
“La Lega festeggia 40 anni. È una storia di straordinario coraggio e visione, e per questo non possiamo non ringraziare chi – come Umberto Bossi e Roberto Maroni – ha avuto la folle idea di iniziare questa storia emozionante. Siamo nati per difendere l’identità dei popoli, diventando motore di cambiamento in Italia e in Europa. Lo rivendichiamo con particolare orgoglio nelle settimane in cui l’Autonomia sta facendo concreti e decisivi passi in avanti. Auguri, Lega!”. Queste le parole del numero uno del partito.
Le tensioni nel partito
Al netto del messaggio di “auguri” del vicepremier, all’interno della Lega le tensioni verso il suo leader sono molto forti.
La conferma è arrivata anche nelle ultime ore dove i militanti del Carroccio di Travagliato, nel bresciano, una delle sedi storiche del partito, ha voluto scrivere una lettera indirizzata proprio a Salvini.
“Noi non riconosciamo più la nostra Lega. E non ci riconosciamo nella guida di Salvini, che è divenuta ondivaga e contraddittoria. Il vertice della Lega oggi rappresenta oggi quello che per anni abbiamo combattuto. Per questo chiediamo a Matteo Salvini di farsi da parte e convocare immediatamente un Congresso per il cambiamento”, si legge nel messaggio.
“[…] Insomma il vertice della Lega oggi rappresenta quello che per anni abbiamo combattuto: un partito romanocentrico, concentrato solo su poltrone e incarichi retribuito, disposto a comprare il consenso nelle regioni del sud strapagando le imprese i dipendenti pubblici”.
