Matteo Salvini si dichiara favorevole alla regolamentazione della prostituzione, proponendo la riapertura delle case chiuse.
Il dibattito sulla regolamentazione della prostituzione in Italia si riaccende con le recenti dichiarazioni del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Durante una diretta sui suoi canali social, Salvini ha espresso il suo sostegno alla riapertura delle case chiuse, sottolineando l’importanza di togliere il mestiere dalle strade per motivi di sicurezza e decoro urbano.
Le dichiarazioni di Matteo Salvini
Salvini ha dichiarato: “Sono personalmente a favore della regolamentazione del mestiere della prostituta o del prostituto scelto come lavoro, per toglierli dalla strada”. Il vicepremier ha poi aggiunto che una regolamentazione del settore dovrebbe prevedere che le persone coinvolte siano “controllate sanitariamente” e che “paghino le tasse”, evitando situazioni in cui operano “mezzi nudi in mezzo a una strada”. Ha concluso affermando: “Non vedrei nulla di strano nel regolamentare e tutelare anche questo tipo di lavoro”.
Il contesto normativo e i modelli europei
In Italia, la legge Merlin del 1958 ha abolito le case di tolleranza, rendendo illegale lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, ma non l’attività in sé. Questo ha portato alla diffusione della prostituzione su strada, spesso associata a fenomeni di sfruttamento e tratta di esseri umani. La proposta di Salvini si colloca in questo contesto e guarda a modelli regolamentati di altri Paesi europei.
In Paesi come Germania e Olanda, la prostituzione è regolamentata e tassata. I sex workers sono sottoposti a controlli sanitari e pagano le tasse, garantendo condizioni di lavoro più sicure e trasparenti. Tuttavia, questi modelli non sono esenti da critiche: persiste il problema dello sfruttamento e non sempre le normative riescono a monitorare completamente il settore.
Le affermazioni di Salvini hanno acceso un dibattito acceso. Da una parte, alcuni ritengono che regolamentare la prostituzione possa ridurre lo sfruttamento e migliorare sicurezza e decoro urbano, generando entrate fiscali per lo Stato. Dall’altra, le critiche sottolineano che potrebbe legittimare lo sfruttamento e non affrontare le cause profonde della prostituzione, come le disuguaglianze economiche e sociali.