Le posizioni distinte tra alleati relativamente al Fisco: Salvini e la Lega spingono in una direzione, Forza Italia in un’altra. La situazione.
Non solo il recente caso delle chat di FdI che lo hanno visto più volte citato. Matteo Salvini ha ben altro da pensare e in chiave Fisco, ecco la sua posizione sempre molto precisa e rivolta alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Una fermezza sul tema che non sta trovando tutti gli alleati favorevoli. Forza Italia, infatti, spinge in un’altra direzione, in particolare sul taglio dell’Irpef.

Salvini, la posizione sul Fisco
Il Governo, ed in particolare i partiti della maggioranza, Lega e Forza Italia su tutti, si stanno interrogando su dove concentrare le risorse disponibili nei prossimi mesi. A destare particolare attenzione la questione legata al Fisco con i due partiti che sembrano avere pareri e obiettivi ben diversi in questo momento.
Matteo Salvini e la sua Lega, infatti, spingono per la rottamazione delle cartelle esattoriali con il leader che ha detto anche di recente: “La rottamazione delle cartelle esattoriali è la nostra priorità assoluta per questo 2025”. L’idea di fondo sarebbe quella di procedere per via parlamentare con una proposta di legge per la rottamazione con una soluzione decennale in 120 rate, senza sanzioni né interessi, per una iniziativa che potrebbe vedere coinvolti circa 10 milioni di persone.
Forza Italia ha altre priorità
Al netto di quella che è la linea dettata dalla Lega, di ben altri pensieri sembra essere Forza Italia da sempre concentrata su un altro tema: quello del taglio dell’Irpef. “Per noi il taglio dell’Irpef dal 35% al 33% per chi ha un reddito fino a 60mila euro rappresenta la priorità”, le parole di Antonio Tajani, numero uno azzurro. “Se dobbiamo indicare una priorità questa è la riduzione dell’Irpef per la classe media”, ha detto anche Alessandro Cattaneo di FI.
A poter avere l’ultima parola sulla questione, però, non saranno i partiti bensì il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Probabile che, per trovare una soluzione, si possa provare a immaginare un provvedimento che non si applichi erga omnes, ma individui una fascia ristretta. Tale ipotesi, però, sembra essere complicata. Il Ministero dell’Economia, intanto, ha stimato che il costo dell’operazione raggiungerebbe i 5,2 miliardi.