Salvini torna in piazza: tra soddisfazioni e frecciate all’opposizione

Salvini torna in piazza: tra soddisfazioni e frecciate all’opposizione

Matteo Salvini commenta l’assoluzione nel caso Open Arms e rilancia sulla giustizia. Frecciate a Conte e alle Ong.

Nel giorno successivo alla sua assoluzione per il caso Open Arms, Matteo Salvini ha scelto Roma come palcoscenico per esprimere le sue opinioni e prendersi qualche soddisfazione. La sentenza dei giudici di Palermo è stata definita dal leader della Lega come “il riconoscimento che ho fatto il mio dovere e che mi ripaga di tante amarezze”.

Matteo Salvini

Salvini commenta la sentenza: “Ripaga di tante amarezze”

Durante il discorso, Salvini non ha risparmiato critiche alle Ong, affermando che “ieri avevano i musi un po’ lunghi, oggi andranno a festeggiare con Soros”. Non sono mancate le stoccate alle opposizioni, in particolare al leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, definito “lo smemorato”. Il vicepremier ha ricordato il periodo complesso che ha preceduto la sentenza, dichiarando: “Avevo promesso agli italiani di bloccare l’immigrazione di massa. L’ho fatto. Non pretendevo medaglie, però neanche sei anni di galera. Sono contento per i miei figli, per la mia famiglia e per la comunità della Lega, perché da oggi nessuno può dire che le idee della Lega sono al di fuori della legge”.

Frecciate a Conte e sostegno internazionale

Salvini ha poi attaccato Giuseppe Conte, accusandolo di sottrarsi alle proprie responsabilità. “Non l’ho sentito, ma a me, onestamente, di Conte interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale perché non voglio il male di nessuno. Ma io non sono abituato a fuggire dalla mia responsabilità, a differenza di altri. Quando faccio una cosa ci metto la faccia. Non sono abituato a cercare capri espiatori o colpevoli. In quel tribunale ho sempre detto: ‘Rivendico tutto quello che ho fatto. Se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me’”.

Giuseppe Conte non è rimasto in silenzio, replicando alle accuse del ministro leghista. Durante un’intervista a La7, ha affermato che “lo smemorato è lui, cioè Matteo Salvini”. Conte ha ricordato come nel 2019 avesse chiaramente preso le distanze dalle decisioni del leader leghista, spiegando: “Nella mia politica sull’immigrazione, esposta al Consiglio europeo del giugno 2018, non c’era scritto ‘porti chiusi’, che è una formula di Salvini di pura propaganda”.

Nel frattempo, Salvini ha incassato solidarietà da diverse personalità politiche nazionali e internazionali, come Marine Le Pen, Viktor Orbán e Santiago Abascal. “Giorgia (Meloni) è stata una delle prime a chiamarmi. Mi hanno fatto piacere i messaggi anche da parte di politici di sinistra, sindaci e governatori. Ho ricevuto un migliaio di messaggi a cui non sono ancora riuscito a rispondere”, ha dichiarato Salvini.

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