Sangiuliano e la lingua italiana: “L’abuso di parole straniere è radical chic”

Sangiuliano e la lingua italiana: “L’abuso di parole straniere è radical chic”

Il ministro della Cultura Sangiuliano scende in difesa della lingua italiana e propone di inserire l’italiano nella Costituzione.

In un’intervista a Il Messaggero, il ministro della Cultura ex direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano ha difeso la lingua italiana e ha commentato l’idea di inserire l’italiano nella Costituzione, come già succede in molti altri paesi. “Credo che un certo abuso dei termini anglofoni appartenga a un certo snobismo, molto radical chic, che spesso nasce dalla scarsa consapevolezza del valore globale della cultura italiana. E anche della sua lingua, che invece è ricca di vocaboli e di sfumature diverse” ha detto il ministro.

“La consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni, di gran parte dei Paesi non solo europei” ha ricordato Sangiuliano dicendo che si tratterebbe, quindi, di conformarsi ad altre nazioni europee e occidentali. Inoltre, il ministro ribadisce la necessità di armonizzare la riforma con quelle a cui sta lavorando la ministra Casellati. “La lingua è l’anima della nostra nazione, il tratto distintivo della sua identità. Il secolo scorso insigni studiosi del calibro di Croce, Gentile, Volpe hanno a lungo argomentato sulla circostanza che l’Italia sia nata molto prima della sua consacrazione statutaria e unitaria. L’Italia nasce attorno a quella che fu definita la lingua di Dante”, ha spiegato Sangiuliano.

lingue straniere imparare ascoltare

Promuovere l’italiano non significa ignorare le altre lingue

Il ministro della Cultura ha poi osservato che nel nostro Paese non esiste un’autorità linguistica con poteri giuridici come in altri paesi, ad esempio l’Académie française e il Conseil International per la Francia, o la Real Academia Espanõla per la Spagna. Anche in Germania esiste un’istituzione della lingua che ha poteri di redazione giuridica insieme al parlamento. “Abbiamo, è vero un’istituzione prestigiosissima come l’Accademia della Crusca, fondata nel 1583, autorevole ma priva di strumenti giuridici”, ha sottolineato Sangiuliano.

Questo non significa però che bisogna ignorare le altre lingue, precisa. “Valorizzare e promuovere la nostra lingua non significa ignorare il mondo che ci circonda. Non significa, cioè, in alcun modo che in un mondo globalizzato non si debbano studiare e apprendere bene altre lingue, a cominciare da quella inglese. Come diceva Tullio De Mauro il multilinguismo ci aiuta a gestire la complessità del presente. Qui non si tratta di promuovere una battaglia di retroguardia ma solo se sei ben saldo nelle tue radici puoi meglio aprirti al mondo”, ha concluso il ministro Sangiuliano.