Si torna a parlare del caso che ha visto coinvolto Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia. Il presente e il futuro dell’ex ministro.
Archiviata l’indagine a suo carico dopo il caso Maria Rosaria Boccia, Gennaro Sangiuliano è pronto a ripartire non senza qualche “pentimento”. L’ex ministro della Cultura, infatti, è stato intervistato da Il Giornale e ha avuto modo di raccontare alcuni dei momenti vissuti durante le varie vicende legate alla querelle con l’imprenditrice di Pompei.

Sangiuliano dopo l’archiviazione indagine su caso Boccia
Intervistato da Il Giornale a seguito dell’archiviazione dell’indagine a suo carico per il caso Maria Rosaria Boccia, l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha rilasciato alcune importanti parole tra passato, presente e futuro. “Sono stati mesi di grande sofferenza esistenziale. Ora voglio voltare pagina. Ho trovato sulla mia strada magistrati competenti e di grande professionalità che hanno analizzato i fatti. Ho sempre creduto nella giustizia”, ha detto.
Sull’esito della sentenza: “Cosa rappresenta? Il riconoscimento che sono una persona perbene. Per me è la cosa che più conta”, ha detto l’ex ministro che ha parlato di aver subito un “massacro mediatico”. Sangiuliano ha anche spiegato di aver affrontato “panico, sofferenze fisiche, lunghe notti insonni. Jean-Paul Sartre scrisse che l’inferno sono gli altri, per me lo è stato: un accanimento feroce”.
Il “pentimento” e il futuro
Nel corso dell’intervista, Sangiuliano ha ammesso anche una sorta di “pentimento” relativo alle sue dimissioni dal ruolo di ministro della Cultura. A precisa domanda “Con il senno di poi era giusto dimettersi o è stato un eccesso di zelo?”, l’uomo ha risposto: “Me lo chiedo ogni giorno“.
Dando uno sguardo al futuro, poi, ecco la decisione sul lavoro che lo vedrà protagonista a Parigi: “Torno al mio lavoro con rigore, imparzialità e fedele ai canoni del servizio pubblico, onorato di lavorare per la Rai, ancorato solo ai fatti e alle notizie. Poi sono un curioso e trovo stimolante misurarmi con una grande nazione come la Francia, un laboratorio politico interessante. Quella francese è una grande cultura, come ho detto mi piacerebbe scrivere di François Mitterrand, un grande intellettuale prima ancora che politico: ho iniziato a studiare il personaggio”.
E ancora: “Ora la cosa che più mi importa è ritrovare serenità nel lavoro giornalistico e in quello intellettuale. Leggere, studiare, narrare, lavorare sulle idee e sulla realtà che ci circonda”, ha detto.