Sanzioni alla Russia: la posizione dei partiti

Sanzioni alla Russia: la posizione dei partiti

Qual è la linea che hanno i partiti riguardo alle sanzioni contro la Russia.

La guerra economica contro la Russia è un punto essenziale della campagna elettorale. Mentre la crisi economica ed energetica stanno devastando il nostro paese, la guerra è ancora lunga e le posizioni dei partiti sulle sanzioni possono essere cruciali per il futuro di questa situazione. Centrodestra e centrosinistra hanno varie divisioni interne su questo punto. Meloni adotta una linea atlantista mentre Salvini mette tutto in discussione. Anche nel centrosinistra ci sono divisioni interne tra Pd e SI-Verdi.

Giorgia Meloni ne fa una questione di credibilità del nostro paese. “Se l’Italia domani non mandasse più armi e non partecipasse più alle sanzioni, che cosa farebbe il resto dell’Occidente? Niente, continuerebbe a mandare armi. E’ la nostra posizione che stiamo decidendo, la nostra credibilità. Se domani l’Italia si sfilasse dai suoi alleati, per l’Ucraina non cambierebbe niente, ma per l’Italia cambierebbe moltissimo. Una nazione seria che vuole difendere i suoi interessi deve avere una postura credibile”, dice la leader di Fratelli d’Italia al forum Ambrosetti di Cernobbio.

Matteo Salvini

Salvini mette in discussione la misura contro Mosca

Posizione critica invece quella del leader della Lega. “Con le sanzioni contro la Russia, ci spiegavamo già a febbraio e io mi sono fidato, li mettiamo in ginocchio. Sono passati 7 mesi e i numeri del Fondo monetario internazionale dicono che il risultato è il contrario: la Russia vende, esporta e guadagna come non mai e chi ci sta rimettendo? Voi. Non perché me lo dice Putin, ma perché sono pagato dai cittadini italiano dico ci avete chiesto le sanzioni? Bene, adesso l’Europa dia i soldi necessari per non chiudere le aziende e non perdere il lavoro”, dice Matteo Salvini.

A venti giorni dalle elezioni Salvini esplicita la sua posizione contraria alle sanzioni invocando uno scudo europeo per proteggere gli imprenditori italiani. “Vincere le elezioni ereditando un Paese in ginocchio non sarebbe una gran soddisfazione”. Affermazioni che per Enrico Letta sono “frasi in libertà che rischiano di provocare un danno pesantissimo all’Italia, alla nostra affidabilità e al nostro ruolo in Europa. È irresponsabile questo modo di fare campagna elettorale sulla pelle dell’affidabilità del Paese”.

Per il segretario del Pd “Le sanzioni sono fondamentali come ritorsione alla guerra ma sono fondamentali se le applichiamo tutti insieme noi europei perché se siamo tutti insieme siamo fortissimi. Andare ogni per proprio conto non ha senso. Se siamo insieme vinciamo”. Critiche a Salvini anche dal leader di Azione che sminuisce l’intervento del leghista “Ne abbiamo viste talmente tante che non credo valga nemmeno la pena parlarne”, ha detto Carlo Calenda.

Giuseppe Conte ha invece puntato sul no alle armi. “Le sanzioni stanno facendo molto male a noi ma dobbiamo tenerle. Non c’è solo il Pil ma anche i valori democratici e del diritto che sono stati palesemente violati. Ma la politica deve svolgere il suo dovere, non è affidata solo Washington, la facciamo anche qui e la politica deve dire che la corsa al riarmo è una follia”.

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