Sassuolo, Maxime Lopez: "Segno poco e mi dispiace"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Sassuolo, Maxime Lopez: “Segno poco e mi dispiace”

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Maxime Lopez, centrocampista del Sassuolo, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua carriera.

Il centrocampista del Sassuolo, Maxime Lopez ha parlato in una bella intervista alla Gazzetta dello Sport, inizia parlando dell’altezza: “Dai 13 ai 16 anni l’altezza è stata un problema. Mi allenavo bene, poi alla domenica restavo in panchina. Non ho mollato e adesso eccomi qui. Mi sono ispirato ai campioni del centrocampo che non erano alti: Xavi, Iniesta. E poi il mio idolo è Messi…”

Poi sui passaggi: “Precisione è quando un passaggio consente al mio compagno di guadagnare un tempo di gioco.” Aggiunge: “Io riguardo in tv ogni mia partita e a volte succede. Comunque il contatto costante con la palla fa parte del mio gioco. A me piace avere la palla molto più che rincorrerla.”

Su Zidane: “Un riferimento. Conosco molto bene la sua famiglia, il mio miglior amico è suo nipote. Ho buoni rapporti con i suoi figli. Con quella frase mi rese felice.”

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Continua l’intervista al mediano del Sassuolo

Maxime Lopez parla della sua carriera: “Sto facendo il mio percorso. Al Liverpool ho detto di no io: mi hanno proposto il contratto, ma avevo 16 anni e non me la sentivo di andare via di casa. Così restai al Marsiglia. Anni dopo sembrava che il Barcellona volesse prendermi. Io sono tifoso del Barça, sarebbe stato un sogno. Ma andò diversamente.”

Su Rudi Garcia: “Il primo ad aver avuto fiducia in me, nel Marsiglia. Abbiamo un rapporto quasi padre-figlio.” Parla anche dell’attuale allenatore Dionisi al Sassuolo: “Dionisi mi ha dato le chiavi del gioco. Ma sulla tattica sto lavorando molto: era quello che mi serviva. Alla squadra devo dare l’organizzazione. Devo leggere le situazioni, mantenere l’equilibrio e fare le chiusure preventive.”

Sui pochi gol: “Segno poco e mi dispiace. Ma il gol alla Juve è stato decisivo. Ero stanco, ma qualcuno nella mia testa mi ha detto “vai”. Berardi mi ha dato una palla straordinaria e io, mentre correvo verso Szczesny, ho deciso di fare lo scavetto perché i portieri di solito escono bassi. Un sogno. E ne ho un altro: la Francia. È una nazionale piena di campioni, mi piacerebbe dimostrare di essere… all’altezza.”

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ultimo aggiornamento: 10 Marzo 2022 12:28

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