Scandalo dossieraggio, non solo Crosetto “spiato”: nel mirino anche un parente

Scandalo dossieraggio, non solo Crosetto “spiato”: nel mirino anche un parente

Scandalo dossieraggio: Pasquale Striano accusato di spiare il ministro Guido Crosetto e suo figlio Alessandro.

Un caso di spionaggio illegale sta scuotendo il mondo politico italiano, con al centro il nome di Guido Crosetto, attuale ministro della Difesa, e suo figlio Alessandro.

L’indagine ha rivelato un intricato sistema di dossieraggio, che ha visto coinvolto Pasquale Striano accusato di aver effettuato accessi non autorizzati a dati riservati di politici e loro familiari.

Guido Crosetto

Il ruolo di Pasquale Striano sullo scandalo dossieraggio

Come riportato da Libero Quotidiano, nell’occhio del ciclone è Pasquale Striano, 59enne, un tempo comandante del gruppo Sos presso la Direzione nazionale antimafia.

L’uomo è accusato di aver messo a disposizione di giornalisti e cronisti informazioni sensibili su figure politiche, prevalentemente legate al centrodestra.

In particolare, secondo l’inchiesta, sarebbe stato lui a svelare ai media i compensi percepiti dal ministro Guido Crosetto per il suo lavoro con Leonardo, fatti poi finiti sulle pagine del quotidiano Domani nell’ottobre 2022.

Nel mirino anche il figlio di Crosetto

Ma non è solo Guido Crosetto ad essere finito sotto bersaglio. Anche suo figlio Alessandro è stato oggetto di un’indagine parallela.

Striano, utilizzando sistemi come Serpico e Siva, ha scandagliato i dati bancari del giovane, arrivando a indagare sui suoi conti correnti e sulle operazioni sospette segnalate in una Sos (Segnalazione di operazione sospetta) del 2018.

Le indagini, però, non hanno rivelato nulla di illecito. Il giovane, allora studente universitario a Roma, ha spiegato che i movimenti di denaro sospetti erano legati alla vendita di un gioiello di famiglia.

Le ricerche si sono poi concentrate anche sulla sua partecipazione come consigliere di amministrazione di una società, la Entheos World Wide, con il sospetto – rivelatosi infondato – che potessero esserci legami con affari illeciti in Vaticano.

La società era riconducibile a Giancarlo Innocenzi Botti, imprenditore coinvolto nella vicenda della vendita del palazzo di Londra, una controversia che ha fatto molto parlare anche per l’inchiesta sul cardinale Angelo Becciu.

Nonostante l’assenza di prove concrete, sembrerebbe che Striano abbia continuato a inviare le informazioni raccolte ai cronisti, alimentando sospetti e fornendo materiale per articoli scandalistici.