Salvini vuole chiarezza: “Tra gli episodi più gravi degli ultimi decenni”

Salvini vuole chiarezza: “Tra gli episodi più gravi degli ultimi decenni”

Il leader della Lega Matteo Salvini vuole fare chiarezza sullo scandalo dossieraggio e chiama in causa gli ex vertici della Guardia di Finanza.

Il caso dello scandalo dossieraggio che ha coinvolto anche il mondo poltico ha scosso l’Italia. Ecco perché anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto chiarezza e, in occasione del comizio a Pescara alla chiusura della campagna elettorale per le Regionali in Abruzzo, ha chiamato in causa anche gli ex vertici della Guardia di Finanza.

Matteo Salvini

Salvini vuole chiarezza sul dossieraggio

Il numero uno della Lega ha commentato, a margine dell’evento tenutosi nelle ultime ore a Pescara per la chiusura della campagna elettorale in Abruzzo, le recenti vicende legate allo scandalo dossieraggio.

Salvini ha detto subito: “Mi rifiuto di pensare che sia l’iniziativa di qualche singolo. Vorrei sapere se i vertici della Guardia di finanza ne erano al corrente o meno”, con tanto di riferimento non agli attuali vertici della GdF ma a quelli che guidavano le Fiamme Gialle negli anni in cui ci sono stati gli episodi di “spionaggio”.

Il numero uno leghista ha poi definito il dossieraggio come “un problema di illegalità gravissima” e “uno degli episodi più gravi degli ultimi decenni”.

Successivamente il leader del Carroccio ha aggiunto: “Chiedo ai vertici della Guardia di finanza se sapevano: non penso che ci fosse il sottoufficiale che per hobby spiava i conti correnti e dava ai giornalisti delle informazioni. Mi rifiuto di pensare che sia l’iniziativa di qualche singolo”. “Io personalmente farò denunce il più possibile per capire chi spiava e su mandato di chi, e chi ci guadagnava e chi pagava”, ha poi concluso Salvini.

Il commento della Meloni

Nelle scorse ore anche la Premier Giorgia Meloni si era spinta a parlare del caso del dossieraggio dall’Abruzzo: “Vedremo cosa ne verrà fuori, domani (oggi ndr) sentiremo anche le audizioni dei procuratori che hanno chiesto di essere auditi dalla commissione Antimafia”.

E ancora: “Io penso che sia francamente gravissimo che in Italia ci siano funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge. Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa“.