Verso le Regionali in Abruzzo, Elly Schlein tuona contro Giorgia Meloni e la destra. Il messaggio social non lascia spazio ad interpretazioni.
Dopo le Regionali in Sardegna, è pronta una nuova sfida anche in Abruzzo. In vista delle elezioni, ecco riprendere il duello a distanza tra Elly Schlein e Giorgia Meloni con la segretaria del Pd che non ha risparmiato un feroce attacco alla Premier parlando apertamente di “furto mascherato”.
Schlein, l’attacco social a Giorgia Meloni
Attraverso un post su Facebook, la Schlein ha chiamato in causa la Meloni con tanto di paragone forte. “Ricordate Achille Lauro quando regalava ai suoi elettori una scarpa sinistra e prometteva di dare la scarpa destra solo dopo il voto?”, ha scritto la segretaria del Pd.
“Il Governo Meloni prima taglia le risorse per la Roma-Pescara dal PNRR, poi a pochi giorni dal voto magicamente dicono di averle ritrovate da fondi FSC, sottraendoli però ad altri progetti per l’Abruzzo. È gioco delle tre carte, un furto mascherato. Con una mano tolgono, con l’altra ridanno togliendo da un’altra parte, e sperano pure di prendere gli applausi”.
E in vista della Regionali in Abruzzo: “Ma il 10 marzo gli abruzzesi possono rispondere a questa presa in giro e a 5 anni di malgoverno di Marsilio, riprendendosi il proprio futuro insieme a Luciano D’Amico”.
In Abruzzo c’è anche Calenda
Alle Regionali ci pensa anche un altro personaggio, ovvero Carlo Calenda che, a differenza di quanto successo in Sardegna, ha schierato Azione con le altre forze del centrosinistra.
Come riportato dal Corriere, l’ex ministro arriverà a L’Aquila e sembra essere piuttosto carico: “Voglio dire agli abruzzesi: provate per una volta a ragionare sulle qualità di chi volete eleggere in Abruzzo perché lì la situazione è drammatica”.
E ancora con tanto di affondo: “Provate a non votare chi vi leva una ferrovia e ve la rimette a seconda del ciclo elettorale come ha fatto Meloni. Perché quella roba lì non è seria. Se voi andate a comparare il curriculum vitae di D’Amico, quello che ha fatto, con quello di Marsilio non c’è storia. E D’Amico non è un pericoloso maoista, è un liberale progressista”, le parole del leader di Azione.