Riforma Csm: i magistrati proclamano lo sciopero

Riforma Csm: i magistrati proclamano lo sciopero

L’associazione nazionale dei magistrati ha deliberato lo sciopero contro la riforma Cartabia.

L’Assemblea dell’Anm ha deliberato che ci sarà un giorno di sciopero contro la riforma Cartabia. La proposta ha avuto 1.081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti. I magistrati italiani quindi sciopereranno contro le nuove misure dell’ordinamento giudiziario. Il testo è stato approvato alla Camera e ora è all’esame del Senato. Lo sciopero potrebbe anche prolungarsi o vedere altre forme di protesta. Al momento non è stata decisa ancora la data.

Non scioperiamo per protestare ma per essere ascoltati”, sottolinea l’Anm nella mozione. “Non scioperiamo contro le riforme, ma per far comprendere, dal nostro punto di vista, di quali riforme della magistratura il Paese ha veramente bisogno. Per questa idea di Paese ci troviamo costretti a scioperare, per questa idea della Magistratura, che non è solo nostra, ma è quella contenuta nella nostra splendida Costituzione».

Tribunale

Arriva lo sciopero dei magistrati: la decisione dell’Anm

I magistrati quindi proclamano un giorno di astensione al lavoro fino a quando le “criticità non verranno elise”. L’associazione delle toghe chiede al Senato interventi per apportare alla riforma alcune modifiche. Lo sciopero era stato annunciato poi smentito, dopo lunghe tensioni e polemiche arriva la votazione. L’Anm vota la mozione contro il ddl sull’ordinamento giudiziario. La giunta esecutiva dell’associazione dovrà decidere una data, in tempi stretti perché altrimenti la riforma rischia di passare la votazione anche in Senato. Dati i tempi tecnici, lo sciopero può essere proclamato dopo la fine dell’iter legislativo del testo.

Per il presidente dell’Anm Santalucia, questa riforma non migliora la giustizia anzi, è “inutile e anche dannosa”. “Noi dobbiamo avere coraggio nelle decisioni e con questa riforma si spegne il coraggio – ha aggiunto Santalucia – Vogliamo resistere a un ingabbiamento nelle paure. State attenti, dico alla politica, perché un magistrato impaurito non sarà un miglior giudice. Così si sta solleticando il sentimento impiegatizio dei magistrati”.