Lo sciopero dei taxi previsto nelle giornate di domani e dopodomani in tutta Italia, è già stato confermato.
Era stato annunciato diverse settimane fa, ma la scorsa settimana, la viceministra delle infrastrutture e trasporti Teresa Bellanovala, ha ricevuto i sindacati dei lavoratori del settore per discutere le motivazioni della mobilitazione e tentare di evitarla, ma invano. Fanpage.it ha parlato del quadro sciopero con Nicola Di Giacobbe, segretario generale di UN.I.C.A. CGIL, l’Unione italiana conducenti di auto pubbliche.
Perché avete deciso di scioperare?
Lo sciopero è stato indetto per chiedere lo stralcio dell’articolo 10 del dl Concorrenza: intendiamo aprire un confronto con il governo che sia finalizzato a risolvere e non di certo assorbire in silenzio ciò che Draghi e i suoi ministri vogliono propinarci senza un confronto né in Parlamento, né con le parti sociali. Vogliamo che la legge che regolamenta il nostro settore venga efficientata e messa al passo coi tempi, ma tutto questo non può che avvenire secondo i canoni normali di una democrazia: il dialogo con le parti interessate.
L’intervista
Cosa prevede l’articolo 10 del dl concorrenza? Perché lo contestate?
Di fatto questo articolo mette a rischio il ruolo di Comuni e Regioni nel contingentamento dei tassisti, ma renderebbe inutile anche la funzione del tassametro, ovvero di una tariffa amministrata. Il problema vero è che – se approvata – la norma comprometterebbe lo stesso servizio pubblico inteso come tale.
Ci spiega, nel concreto?
Se non sono i Comuni a stabilire il numero degli operatori in base alle esigenze dei territori che amministrano, e se non sono loro a fissare una tariffa legata ai bisogni delle città, tutto passa attraverso un algoritmo gestito da multinazionali che non hanno nessun interesse allo svolgimento del servizio ma solo a mettere all’asta delle corse il cui prezzo sarà destinato ad oscillare, aumentando quando c’è molta richiesta e diminuendo quando invece la richiesta scende.