Il mistero di Kata: nessuna traccia di sangue su trolley e borsoni

Il mistero di Kata: nessuna traccia di sangue su trolley e borsoni

Continuano gli accertamenti sulla scomparsa di Kata. Intanto una donna punta il dito verso Lidia: “Fu lei a chiamare la bambina”.

Tra le ultime ipotesi sul caso di Kata – la bambina di 5 anni scomparsa da Firenze il 10 giugno scorso – risalta quella per cui la piccola possa essere stata portata via in un trolley. Tuttavia, sul trolley e sui borsoni non è stata trovata nessuna traccia di sangue.

Nessuna traccia su trolley e borsoni

Sui trolley e borsoni, sequestrati dai carabinieri all’indomani della scomparsa di Kata, non sono state trovate tracce di sangue. I bagagli erano in mano a due donne, cugine peruviane, e di un occupante rumeno, oggi iscritti sul registro degli indagati.

Il mistero sulla vicenda si infittisce sempre di più, ma c’è ancora un punto su cui si continua ad indagare. Le analisi proseguono su un rubinetto della stanza 104 dove viveva la bambina – frequentata anche dai due zii indagati – dove è stata rilevata sostanza ematica.

La mamma di Kata: “E’ stata Lidia”

Nei giorni scorsi è arrivata una testimonianza inaspettata da parte di una bambina di 4 anni, amica di Kata. Sua madre davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, aveva riferito alla pm Christine Von Borries che la figlia descrisse la scena di una persona che afferra Kata per un braccio.

Secondo la mamma di Kata, Katherine Alvarez Vasquez, i sospetti si concentrerebbero ancora una volta su Lidia, l’amministratrice delle famiglie occupanti dell’ex Hotel Astor. La donna è convinta che sappia qualcosa che non ha voluto dire.

Ma Lidia si è sempre difesa dalle accuse dicendo che quel pomeriggio era nella sua stanza dopo le pesanti cure a cui si sottopone. Una nuova testimonianza però dichiarerebbe che era proprio lei a chiamare Kata alle 15.01, dopo che era uscita in strada per seguire il gruppo del fratellino.

Katherine ha sottolineato poi: “Ogni giorno ho il cuore pieno di angoscia, ma sento che mia figlia è viva. Noi abbiamo sempre detto la verità. Basta ombre sulla nostra famiglia. È da tre mesi che non vedo mia figlia, ho diritto di sapere cosa è successo”.

Argomenti