Proteste studentesche al Politecnico di Torino contro la presenza del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani.
La mattina del 21 febbraio, il Politecnico di Torino si è trasformato in un teatro di tensioni e proteste, l’attesa visita del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, invitato per l’inaugurazione dell’anno accademico, ha scatenato una manifestazione organizzata da diversi collettivi studenteschi. Gli studenti contestano la collaborazione tra l’ateneo e aziende legate all’industria bellica, tra cui Leonardo, e il ruolo del governo italiano nei conflitti internazionali.
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La protesta studentesca prende forma
Il presidio è iniziato nella serata precedente, quando alcuni studenti hanno dichiarato di aver occupato parti dell’ateneo. La mattina successiva, la polizia in assetto antisommossa ha sgomberato gli ingressi principali. Durante l’azione, i manifestanti hanno scandito slogan come “Fuori la guerra dall’università, fuori Tajani dall’università”, tentando di avvicinarsi all’aula magna “Giovanni Agnelli”.
In un comunicato diffuso dai collettivi, si legge: “Come studenti e studentesse del Politecnico, dopo un interessante dibattito che ha approfondito questioni legate alla fase attuale della cosiddetta tregua in Palestina, abbiamo deciso di occupare la sede di corso Duca in opposizione all’arrivo del ministro Tajani all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico”.
Intervento della polizia e momenti di tensione
Con la polizia schierata a difesa degli ingressi, gli scontri sono diventati inevitabili. Circa venti manifestanti hanno tentato di forzare il blocco per entrare nell’aula magna, ma sono stati respinti dagli agenti. Alcuni antagonisti, con il supporto del centro sociale Askatasuna e dei collettivi CUA e Intifada Studentesca, sono riusciti a superare il cordone di sicurezza e ad appendere uno striscione sul tetto dell’ateneo con la scritta: “Tajani non sei il benvenuto. Fuori la guerra dall’università”.
La polizia ha mantenuto il controllo sugli accessi, impedendo ulteriori tentativi di irruzione. I manifestanti, respinti anche dall’ingresso su corso Castelfidardo, hanno dichiarato: “Tajani non farà la sua passerella”, promettendo di continuare il presidio per tutta la giornata.
La visita del ministro si è svolta comunque sotto stretta sorveglianza, mentre le tensioni restano alte, riflettendo un malcontento che va oltre i confini del Politecnico e si collega a un più ampio dissenso verso le politiche governative e il coinvolgimento italiano nelle industrie belliche.