Scontri a Gerusalemme: oltre 150 feriti

Scontri a Gerusalemme: oltre 150 feriti

Continuano gli scontri tra palestinesi e polizia israeliana a Gerusalemme nella Spianata delle Moschee.

Oggi per i palestinesi è il secondo venerdì del mese Ramadam, nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme si sono verificati altri violenti scontri. Sale a circa 150 il numero dei feriti tra i manifestanti palestinesi. La Mezzaluna Rossa ha approntato un ospedale da campo all’interno della Spianata per soccorrere i feriti.

La portavoce del premier Abu Mazen ha denunciato “l’assalto” da parte della polizia israeliana alla Moschea Al-Aqsa come “uno sviluppo pericoloso e una dichiarazione di guerra al popolo palestinese”. Secondi Israele, invece, l’attacco sarebbe partito dai manifestanti che hanno organizzato un corteo nella Spianata. I palestinesi avrebbero ostentato bandiere di Hamas e attaccato le forze di sicurezza israeliane lanciando sassi e sparando fuochi di artificio ad altezza d’uomo.

Gli scontri stanno continuando mentre alcuni si sono barricati nella moschea. Secondo la polizia israeliana è stato necessario l’intervento per impedire che sassi cadessero nella sottostante spianata del Muro del Pianto. Da oggi inoltre inizia la settimana della Pesach, la Pasqua ebraica. Il luogo sacro per entrambe le religioni è terreno di scontro e violenze. La moschea di al Aqsa, infatti, è il terzo luogo più sacro per l’Islam dopo Medina e la Mecca.

Molti manifestanti barricati nella Moschea

Santa Sofia Istanbul

Le agitazioni e gli scontri sono sempre più frequenti a Gerusalemme, nelle scorse settimane sono aumentati anche gli attacchi terroristici in tutta Israele. Molto probabilmente questi scontri continueranno causando ancora più vittime e inasprendo sempre di più la convivenza tra i due popoli nello stato di Israele. Tutta la comunità internazionale è in allerta per l’evolversi della situazione nella regione. Dopo gli attacchi terroristici Israele ha preso serie e rigide precauzioni. L’esercito ha avviato una serie di operazioni per colpire basi e sequestrare il grande numero di armi illegali in tutta la Cisgiordania.