Lilli Gruber furiosa: “Perché ignorate le famiglie non tradizionali del governo Meloni?”

Lilli Gruber furiosa: “Perché ignorate le famiglie non tradizionali del governo Meloni?”

Lilli Gruber sfida Jacopo Coghe di Pro Vita a Otto e Mezzo, criticando la “doppia morale” sulle famiglie non tradizionali del governo Meloni.

Durante l’ultima puntata del programma Otto e Mezzo, la giornalista Lilli Gruber ha dato vita a un acceso scambio con Jacopo Coghe, leader dell’associazione Pro Vita e Famiglia.

La giornalista, di fronte a un pubblico di milioni di spettatori, ha messo in luce quella che considera un’ipocrisia nella linea adottata da Pro Vita: la tolleranza verso le “famiglie non tradizionali” degli esponenti del governo Meloni.

Lilli Gruber

L’attacco di Lilli Gruber a Otto e Mezzo

La giornalista Lilli Gruber ha messo il leader di Pro Vita alle strette – come riportato da Today – con una domanda pungente, elencando i casi di diversi membri del governo Meloni non rientrano nei tradizionali schemi della famiglia tradizionale.

Ha citato Giorgia Meloni ma anche Matteo Salvini e Francesco Lollobrigida, ministro ed ex cognato della premier.

Come mai avete questa tolleranza nei confronti dei referenti politici ai massimi livelli, che sono tutto fuorché l’esempio di famiglie tradizionali e di Dio, Patria e Famiglia?” ha incalzato la Gruber.

La replica del leader dell’associazione Pro Vita

Jacopo Coghe ha risposto cercando di separare il piano personale da quello politico: “Un conto è il piano personale e un conto è il piano pubblico e politico perché noi difendiamo i valori della famiglia rispetto all’operato di questo governo, non ci occupiamo delle questioni personali di chi ne fa parte“.

Tuttavia, questa risposta non è bastata a convincere né Gruber né l’altro ospite in studio, il giornalista Massimo Giannini, che ha rimarcato la presunta “doppia morale” dell’associazione.

Inoltre ha sottolineato come i Pro Vita avessero spinto – pochi giorni fa – per le dimissioni di Francesco Spano proprio per motivi legati alla sua vita privata, più che per il suo operato professionale.