Riaperture, scontro sul coprifuoco: resta il divieto dalle 22.00
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Direttore: Alessandro Plateroti

Scontro sul coprifuoco, la Lega si astiene. Pd e M5s: “Irresponsabile”. Irritazione di Draghi

Matteo Salvini

Scontro il Cdm sul coprifuoco, non passa la linea della Lega: divieto di circolazione dalle 22.00 alle 5.00.

Il coprifuoco spacca la maggioranza di governo. Il premier Mario Draghi conferma la posizione del fronte rigorista e quindi il divieto di circolazione dalle 22.00 fino alle 5.00 del mattino. Misura che dovrebbe rimanere in vigore fino a giugno. Non passa quindi la posizione della Lega, con Matteo Salvini che aveva chiesto una revisione delle regole andando allo scontro con il ministro della Salute Roberto Speranza.

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Palazzo Chigi
Palazzo Chigi

Cdm sul decreto riaperture, scontro sul coprifuoco. La Lega: “Non votiamo”

Stando a quanto appreso, nel corso del Consiglio dei Ministri, come prevedibile e come largamente anticipato, la discussione si è concentrata soprattutto sul coprifuoco.

La Lega di Matteo Salvini aveva chiesto lo slittamento del coprifuoco mentre il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sostenuto la linea dei rigoristi, confermando quindi il divieto di circolazione dalle 22.00 alle 5.00 del mattino seguente. Senza deroghe. Secondo quanto riferito dall’Adnkronos il Presidente del Consiglio non avrebbe apprezzato la linea della Lega di Matteo Salvini e la sua strategia dell’ultimatum.

Proprio il Segretario della Lega aveva fatto sapere che gli esponenti del suo partito non avrebbero votato il decreto nel caso in cui non fossero state riviste le norme sul coprifuoco. Che in effetti non sono cambiate.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

La posizione del Cts

Chiamato in causa da diversi esponenti politici, il Cts, come riferito dall’Agi, ha comunicato di non aver espresso alcun giudizio sul coprifuoco. Il Comitato tecnico scientifico non sarebbe stato consultato sul tema, quindi la decisione è prettamente politica.

Prime crepe nella maggioranza, irritazione di Draghi

Non capisco, queste misure le abbiamo prese insieme“, questa la posizione del premier Draghi dopo lo strappo. Stando a quanto trapelato al termine del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio sarebbe rimasto spiazzato dalla decisione della Lega. La delusione sarebbe soprattutto figlia del fatto che nel decreto sono state inserite le misure concordate in Cabina di regia con esponenti della Lega che si erano espressi a favore di una riapertura graduale.

Ma Salvini, come riportato dall’Adnkronos insiste: “Gli italiani hanno dimostrato per un anno pazienza e rispetto delle regole […]. I dati sanitari sono in miglioramento e si deve tornare a vivere e lavorare […]. Voteremo il prossimo decreto se prevederà il ritorno alla vita e al lavoro“.

Duri M5s e Pd nei confronti del partito di via Bellerio. “Noi sosteniamo il punto di equilibrio tra ripartenza e tutela del lavoro – hanno fatto sapere dal Nazareno – l’atteggiamento della Lega è quello di un continuo susseguirsi da ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso“. Critiche anche dai grillini: “In un momento come questo viene prima l’interesse per il Paese che quello di partito. Ma dalla Lega abbiamo visto un vecchio film, che non ha pagato“.

“Spiace per atteggiamento Lega. Questo governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato“, fanno sapere dal Movimento 5 Stelle

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ultimo aggiornamento: 22 Aprile 2021 9:27

Salvini agita la maggioranza: “Serve più coraggio. Potrei non votare il decreto legge”

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