Il voto sullo scostamento di bilancio riapre il caso del Mes, inserito, senza mai essere citato, nel testo della risoluzione presentata dalla maggioranza.
Dopo il voto sullo scostamento di bilancio – approvato da Camera e Senato – circola con insistenza la sigla del Mes, che torna ad agitare la maggioranza. Il motivo è semplice. Forse neanche tanto fondato, comunque tanto basta per riaprire il dibattito su una questione tutt’altro che conclusa.
Scostamento di bilancio, nel testo lo spettro del Mes (che non viene mai citato)
Nel testo della risoluzione di maggioranza sul Piano nazionale di riforme che accompagna la votazione sullo scostamento di bilancio, il governo si impegna di fatto ad utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione. Siamo chiari, si parla di tutto e di niente.
Potrebbe essere una tutela per poter agire in caso di emergenza così come una leggerezza o una rassicurazione. Tradotto, in una lettura che prova a fuggire dal complottismo, viene specificato che saranno utilizzati tutti gli strumenti necessari. Certo, a questi livelli una parola, poche lettere possono fare la differenza. Ma è difficile ipotizzare che il testo rappresenti una vera e propria dichiarazione di intenti.
Le zone d’ombra, i timori e i sospetti
È bene evidenziare infatti come nel testo in questione il Mes non venga mai menzionato. In maniera diretta almeno. Se vogliamo entrare nel campo delle interpretazioni evidentemente lo scenario cambia, ma è inevitabile.
Nel testo in questione, che ha passato l’analisi del Parlamento, si evidenzia come il governo si impegna a prevedere l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dall’Unione europea. Questo però in base all’affettiva necessità del Paese, evidentemente, per fronteggiare la crisi sanitaria, sociale ed economica.
La sensazione è che con il testo in questione il governo non escluda nessuna possibilità, neanche il ricorso al Mes. E questo non sorprende alla luce del fatto che sul Salva Stati la maggioranza è divisa.