La beffa del ritorno dei professori no vax a scuola con la fine dello stato di emergenza.
Dal 1° aprile torneranno a scuola tutti i prof. no vax che sono stati sospesi. Con la fine dello stato di emergenza basterà per loro un tampone negativo. Le nuove regole che entreranno in vigore dal 1 aprile però suscitano l’ira di presidi e chi subisce la beffa del ritorno dei no vax, nonostante la pandemia non sia finita.
Anche per la scuola e il mondo del lavoro le cose cambieranno con la fine dello stato di emergenza. Lo dice il ministro della Salute Speranza: “Nei luoghi di lavoro le persone sopra i 50 anni e le categorie per cui vigeva l’obbligo – personale scolastico e forze dell’ordine – tornano ad una modalità di green pass base”. Le nuove regole varranno anche per gli studenti: “Chi è positivo va a casa, ma tutti gli altri rimangono in classe.”
Ma la decisione di far rientrare a scuola i professori no vax ha scatenato varie proteste e polemiche da parte dei presidi. Sono circa 4mila i professori non vaccinati che potranno rientrare a scuola con un solo tampone negativo. Questi però non dovranno stare a contatto con i ragazzi.
Arrivano le critiche per questa decisione anche dall’Associazione nazionale presidi. “E’ molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi“, osserva il presidente Antonello Giannelli. “C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti. Bel capolavoro”.
Professori no vax tornano a scuola
Una misura che lascia perplessi anche gli stessi partiti per la sua vaghezza e la sua complessità di applicazione. Polemiche da ogni parte, dal M5S a Sinistra italiana, i politici chiedono al governo di prendere una decisione più chiara riguardo questa categoria. I prof. no vax, stando a questa misura, saranno pagati ma non insegneranno. “Pagati per fare non si sa cosa” sottolineano. Anche i sindacati sono intervenuti chiedendo chiarimenti.
La Cisl Scuola evidenzia che questo provvedimento “ambiguo” può creare seri problemi e disparità tra il personale scolastico. Inoltre, resta la questione dei lavoratori fragili che verranno esposti ad un serio rischio in questo caso. I contagi continuano ad aumentare, nonostante si tratti di una variante meno grave, ma il virus resta diffuso.