Caso Sea Watch, le presunte telefonate tra Carola Rackete, esponenti del Pd e la Procura. E resta aperta l’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Continuano le indagini su Carla Rackete dopo il caso Sea Watch. la comandante della nave dell’Ong al momento è libera dopo che il Gip di Agrigento ha deciso di non confermare l’arresto. Ma, come sottolineato anche dal legale della Capitana, la questione non è ancora chiusa, anzi.
Il sospetto dalle colonne de Il Giornale: le telefonate di Carola Rackete prima dello sbarco
Tra le indagini in corso e le indiscrezioni di stampa sono ancora tanti i punti ancora da chiarire della vicenda. Uno spunto di riflessione arriva da il Giornale. Stando a quanto riferito da Augusto Minzolini, prima dello sbarco dei migranti sarebbero intercorse delle telefonate tra la comandante, alcuni esponenti del Pd e la Procura. Secondo Cortellazzo le telefonate sarebbero servite a stabilire il momento buono per procedere con lo sbarco in maniera tale da avere a che fare con un gip comodo.
Carola Rackete indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Se queste sono solo ipotesi scomode, quello che resta agli atti è l’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La sensazione è che Carola Rackete possa uscire indenne dalla situazione decisamente scomoda. I giudici italiani concordano sul fatto che la Libia non possa essere considerato un porto sicuro, quindi sarebbe legittima la decisione di fare rotta verso l’Italia lasciandosi alle spalle la zona di competenza libica.
Se quanto avvenuto dopo il salvataggio non sembra inchiodare Carola, resta ancora tutto da chiarire quello che è avvenuto prima e durante le operazioni di salvataggio. Ci sono stati contatti tra l’Ong e gli scafisti? La nave ha commesso irregolarità?
