Casi di febbre del Nilo in Lombardia. Iniziata la disinfestazione nei comuni coinvolti.
MILANO – Casi di febbre del Nilo in Lombardia. A comunicarlo è l’Ats, citata da Fanpage, che precisa come sono iniziate le operazioni di disinfestazioni nei comuni coinvolti.
L’allerta riguarda le cittadine di San Martino Massalengo, Graffignana, Borghetto, Vidardo e Casaletto nella Bassa. Già in passato nel Lodigiano erano stati rivelati casi simili che, in alcune circostanze, sono stati anche mortali.
Casi di febbre del Nilo
L’allarme è scattato dopo il ricovero di cinque persone in ospedale con infezioni serie. A loro si aggiunge anche un uomo di 72 anni che, dopo aver avuto una meningo encefalite, è stato ricoverato in terapia intensiva per alcune complicanze.
L’attenzione è massima nella regione più colpita dall’emergenza coronavirus. Già nei giorni scorsi l’Ats aveva individuato delle zanzare positive e per questo nelle prossime settimane si potrebbero verificare ulteriori casi.
Salgono a 13 i casi di febbre del Nilo
I casi della febbre del Nilo sono 13 nel Lodigiano. Nove dei pazienti si trovano in ospedali mentre gli altri a casa. “Non c’è un farmaco – sottolineano le autorità sanitarie citate da La Repubblica – la terapia è sintomatica. Per questo risulta molto importante prevenirla con la disinfestazione“.
Che cos’è la febbre del Nilo
La febbre del Nilo si può trovare anche in Europa con il tempo di incubazione che varia dai 2 ai 14 giorni. Per lo più le persone non manifestano sintomi anche se nel 20% dei casi si può manifestare nausea, vomito, febbre, mal di testa, sfoghi sulla pelle o linfonodi cutanei.
Le persone più a rischio sono quelle anziane oppure debilitate con i sintomi che possono essere molto più gravi. Si può arrivare anche al coma. Il virus, a differenza del coronavirus, non si trasmette di persone in persona, ma con una puntura della zanzara presente nella Pianura Padana, la culex. Per questo è iniziato il lavoro di disinfestazione per eliminare la presenza degli animali. Al 15 agosto i casi accertati sono sei, ma il numero potrebbe aumentare nelle prossime settimane visto che le zanzare sono risultate positive al virus nelle scorse settimane, come comunicato dall’Ats.