La Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza di primo grado sul caso Foodora. Riconosciuti i diritti ai lavoratori.
TORINO – Vittoria importante per i lavoratori della Foodora. La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado, riconoscendo in parte i diritti ai rider. Gli ex fattorini avevano denunciato l’azienda dopo essere stati licenziati per aver partecipato alle proteste in piazza contro gli orari di lavoro. I giudici hanno confermato il loro licenziamento ma ha riconosciuto la parità economica di tutti i dipendenti che quindi dovranno ricevere tredicesima, ferie e malattie pagate.
Una vittoria a metà quindi per gli ex rider. I giovani non riavranno il loro impiego ma allo stesso tempo saranno risarciti dei pagati e dei contribuiti non goduti durante gli anni di lavoro.
Caso Foodora, una sentenza storica della Corte d’Appello di Torino
Secondo quanto deciso dalla Corte d’Appello di Torino l’azienda acquistata dalla Glovo dovrà riconoscere anche le spese giudiziarie che si aggirano intorno ai trentamila euro. Soddisfazione da parte dell’avvocato Giulia Druetta che al termine dell’udienza ha parlato ai giornalisti presente: “Si tratta – riporta Repubblica – di una prima risposta a questa giungla di aziende che tentano di eludere le leggi per pagare una miseria i lavoratori, trattandoli come schiave“.
“Il giudice – precisa il legale – ha riconosciuto ai rider il contratto di lavoro subordinato, con richiamo all’articolo 2 del Jobs Act. Non si può fissare una retribuzione minima non tenendo conto delle tutele per i lavoratori: questa è una sentenza ragionevole anche se ci sono cose da discutere, in primis il licenziamento“.
La Cassazione respinge il ricorso di Foodora: la sentenza
Nessun passo indietro da parte della Cassazione. I giudici di terzo grado hanno respinto il ricorso presentato da Foodora, confermando quanto deciso in Appello e condannando l’azienda. Prima vittoria da parte dei riders in questa lunga battaglia.
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