Coronavirus e Serie A, stadi chiusi fino alla fine del 2020? Al momento la priorità la scuola.
La sensazione è che nelle prossime settimane possa riprendere il tira e molla sulla riapertura degli stadi di Serie A ai tempi del coronavirus.
Il nuovo Dpcm, valido dal 7 al 30 settembre, non contempla la riapertura degli stadi per i grandi eventi. Quindi al momento l’unica certezza è che gli stadi resteranno chiusi almeno fino alla fine del mese.
Evidentemente dal mondo del calcio c’è una sorta di pressione o comunque una volontà di ragionare alla riapertura degli impianti seguendo rigidi protocolli di sicurezza, ma la sensazione è che il calcio dovrà rassegnarsi all’idea delle partite a porte chiuse almeno fino alla fine dell’anno.
Coronavirus e Serie A, stadi ancora chiusi
Il premier Giuseppe Conte, specificando di parlare a titolo personale e non a nome del governo, con il quale non aveva ancora avuto modo di confrontarsi, in occasione della sua lunga intervista alla festa annuale del Fatto Quotidiano, ha fatto sapere di ritenere inopportuna la riapertura degli stadi.
I motivi sono differenti. Innanzitutto lo stadio è uno dei luoghi in cui è quasi impossibile evitare assembramenti. L’ingresso dei tifosi e l’uscita rappresentano due momenti delicati e rispettare la distanza di sicurezza sarebbe complicato. Il tutto senza considerare il tema del trasporto pubblico ad esempio.
Insomma, i rischi ci sono e sono concreti. Per Conte non possono essere ignorati e si deve procedere per priorità. E la priorità assoluta è rappresentata dalla riapertura delle scuole. Inoltre il premier non vorrebbe trovarsi nella condizione di dover sacrificare altre occasioni di socializzazione in nome degli stadi.
Niente pubblico fino alla fine dell’anno?
La sensazione è che la Serie A si giocherà a porte chiuse almeno fino al mese di dicembre, poi si potrebbe procedere con una riapertura graduale degli impianti. Durante il mese di settembre gli occhi degli esperti del Comitato Tecnico Scientifico saranno puntati sulla scuola. Poi, se tutto andrà come previsto, si potrà tornare a ragionare sulla riapertura degli impianti sportivi. Insomma, i tempi si prospettano lunghi.
La FIGC riapre il dibattito sui tamponi
La FIGC non sembrerebbe intenzionata a dare battaglia al governo sulla riapertura degli stadi ma potrebbe decidere di rivedere il piano dei tamponi su giocatori e staff. L’idea sarebbe quella di ridurre il numero dei test, svolti ogni quattro giorni. Ma queste scadenze erano figlie della passata stagione, quando per portare a termine il campionato le squadre sono state costrette a giocare ogni tre giorni. Adesso la Serie A riprenderà a ritmi normali, e per questo motivo i protocolli potrebbero essere rivisti.