“L’Italia è un Paese a vocazione mafiosa”: lo sfogo di Saviano dopo 16 anni di rinvii

“L’Italia è un Paese a vocazione mafiosa”: lo sfogo di Saviano dopo 16 anni di rinvii

Roberto Saviano e il lungo processo contro Bidognetti: dopo 16 anni e 4 rinvii, lo scrittore medita di ritirare la querela.

Roberto Saviano, noto scrittore e giornalista impegnato nella denuncia del sistema mafioso, torna a far parlare di sé, ma non per i suoi libri. Questa volta, al centro della vicenda c’è un processo.

Si tratta di quello per le minacce ricevute nel 2008 durante il famoso procedimento Spartacus, che vedeva coinvolto il clan dei Casalesi. Sedici anni dopo, il caso è ancora in fase di appello, con un nuovo rinvio che ha portato lo scrittore a considerare il ritiro della querela.

Sto pensando di rimettere la querela nei confronti di Bidognetti“, ha dichiarato a margine dell’udienza. L’ennesimo rinvio è stato motivato da un certificato medico. “Mi sembra a volte di stare in una messa in scena“, ha aggiunto con amarezza.

Roberto Saviano

Un processo infinito per Saviano

Il caso di Saviano rappresenta, come riportato da Adnkronos.com, un esempio emblematico delle lungaggini giudiziarie che caratterizzano molti processi antimafia in Italia.

Condannati in primo grado nel 2021, Francesco Bidognetti, boss del clan dei Casalesi, e il suo avvocato avevano ricevuto pene rispettivamente di un anno e sei mesi e un anno e due mesi per minacce aggravate dal metodo mafioso.

Eppure, a distanza di due anni dalla condanna, il processo d’appello non è ancora giunto a conclusione. “Questo processo dura da 16 anni, per quattro volte è stato rinviato in appello perché non si trovava il modo di notificare l’atto a Santonastaso, uno dei due imputati, avvocato di Bidognetti e condannato in primo grado per minacce mafiose“, ha spiegato lo scrittore.

La “vocazione” mafiosa dell’Italia

L’amarezza di Roberto Saviano non si limita alla vicenda personale. Le sue dichiarazioni fuori dall’aula assumono un significato più ampio, toccando il tema della criminalità organizzata in Italia. “L’Italia è e rimane un Paese a vocazione mafiosa, in tutti i suoi comportamenti“, ha affermato.

Per lo scrittore, i lunghi tempi della giustizia non fanno altro che rafforzare il potere delle mafie. Secondo Saviano, nonostante alcuni boss siano in carcere, le organizzazioni criminali continuano a prosperare.

Comandano dal carcere. Tutto va addosso al crimine ‘straccione’, i disperati non affiliati, mentre la borghesia criminale è floridissima e i capi in carcere col loro silenzio proteggono i capitali che sono fuori“, conclude.