La censura a Povia e le parole di Vittorio Sgarbi che, quando si parla di arte, non guarda in faccia a nessuno. Parla l’ex sottosegretario.
Ha fatto molto discutere la vicenda legata alla censura subita dal cantante Povia a cui è stato impedito di prendere parte ad un concerto per “motivi ideologici”. L’artista avrebbe dovuto cantare ad un evento del 20 settembre a Nichelino ma il sindaco del paese ha deciso di annullare il tutto scatenando una serie di reazioni. Tra queste, quella recente anche di Vittorio Sgarbi.
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Sgarbi sta con Povia
Durante la puntata di “4 di Sera”, il programma di Rete 4 condotto da Roberto Poletti e Francesca Barra, è stato affrontato appunto l’argomento legato alla censura subita da Povia. A lanciare una freccia a favore dell’artista è stato Vittorio Sgarbi, ospite della trasmissione. Secondo il critico d’arte ed ex sottosegretario alla Cultura “dove c’è arte non c’è fascismo“.
In questo senso: “Questo vuol dire che un artista può avere delle idee sbagliate, ma la sua creatività è il suo dono. Povia è un cantante, il sindaco poteva, se mai, censurare le sue parole se fosse andato lì per parlare di No Vax o di discriminazione. Ma lui è andato per cantare, non per fare un comizio, quindi bisognava lasciarlo cantare”.
Povia censurato: i fatti
Come detto, a Povia è stato impedito, dal sindaco di Nichelino, Comune del torinese, di partecipare a un talent/concerto in piazza e di cantare sul palco. “Noi siamo un’amministrazione che si è caratterizzata sempre per la difesa dei diritti civili e delle minoranze, quindi sono venuto a conoscenza dei pensieri espressi da Povia e ho deciso che non fosse in linea con la proposta artistica e culturale della città”, aveva sentenziato il primo cittadino, Giampiero Tolardo dando vita alle polemiche.
Lo stesso artista aveva replicato subito con un video sui social: “Fa male vedersi annullato un concerto per i soliti motivi ideologici”, le sue parole. “Ormai mi hanno messo l’etichetta di quello di destra, sono diventato quello di destra, anche se io rispondo sempre che tra destra e sinistra io sono del centro storico”.