Sgarbi sogna la lista eretica: ecco con chi

Sgarbi sogna la lista eretica: ecco con chi

Al critico d’arte e sindaco d’Arpino, Vittorio Sgarbi, manca la politica. Anche per questo ha un sogno nel cassetto: una lista “eretica” per le Europee.

Non è mai banale con le sue parole e anche in questa circostanza lo conferma. Vittorio Sgarbi ha un sogno: una lista “eretica” per le Europee composta da personaggi discussi e fuori dagli schemi. A margine della presentazione del suo libro al teatro Manzoni di Milano, il critico d’arte ha rilasciato alcune dichiarazioni davvero importanti.

Vittorio Sgarbi

Il sogno di Sgarbi: la lista eretica

“Vedo un partito degli eretici composto da Paragone, Bandecchi, Vannacci, Cateno De Luca e Sgarbi. Se è vero che Bandecchi ci ha chiamato? Non so. Ha chiamato me, non so Vannacci”. Sono queste alcune delle parole del critico d’arte riprese da Repubblica e da La Stampa e rilasciate a Edoardo Bianchi e Daniele Alberti.

“Se la nostra ambizione fosse, rispetto a Renzi e Calenda e altri disperati, fare il 4%… se li metti a paragone, sono omogenei ad un progetto di sostituzione politica. Ripeto, se il tema per tutti è il 4%, non lo supera Calenda, non lo supera Renzi, ma lo supererebbe questo partito degli eretici. Io non mi candiderò con questa lista ma capisco. Sogno il partito degli eretici? Non sogno ma capisco”. Insomma, il critico d’arte sogna una sorta di vendetta dopo quanto subito dal mondo della politica per le note vicende che lo hanno visto coinvolto negli ultimi mesi.

Le frecciate ad AGCM e Sangiuliano

Tornando poi al tema della politica: “La politica mi manca molto, mi manca tutto. Ho avuto una vita felice fino ad ottobre e poi sono stato rovinato”, ha detto Sgarbi.

“Mi dispiace non esserci per apportare le correzioni a quel Ministero (della Cultura ndr). Mi dispiace che sia rimasto uno che non ha nessuna idea di cosa sia l’arte italiana mi fa grande malinconia. Però, la Meloni mi ha confermato di avermi voluto scegliere e che quindi non mi voleva dimettere ed era felice che mi fossi dimesso io come risposta all’Antitrust”.

Per il critico d’arte ha anche aggiunto: “Vorrei strangolare quegli incapaci dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). Vorrei essere un uomo d’ordine e nella vita vorrei fare San Giuliano (ministro della Cultura ndr): io sono l’arte, lui una pozzanghera”.