Sgarbi: “Omicidio Giulia Cecchettin? Una donna non ha stesso possesso di un maschio”

Sgarbi: “Omicidio Giulia Cecchettin? Una donna non ha stesso possesso di un maschio”

Anche Vittorio Sgarbi ha voluto commentare lo straziante omicidio di Giulia Cecchettin e le azioni dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

L’omicidio di Giulia Cecchettin e le ragioni dietro le azioni di Filippo Turetta: Vittorio Sgarbi ha detto la sua sulla triste vicenda di cronaca e lo ha fatto, come sempre, senza peli sulla lingua. Parlando con Tiziana Panella a ‘Tagadà’ su La7, il sottosegretario alla Cultura ha espresso il suo parere sottolineando aspetti come il “possesso del maschio” e “l’inferno perenne” che il ragazzo vivrà dopo aver compiuto tale assassinio.

Il commento di Vittorio Sgarbi sull’omicidio di Giulia Cecchettin

Vittorio Sgarbi

Sgarbi ha subito esordito nel suo discorso: “Cosa ci dice l’omicidio di Giulia? La prova che Dio non c’è. La stessa cosa che io dico che Dio ci prende quando guardiamo Michelangelo… Ma nel mondo ci sono le guerre e la violenza. Ci sono i poteri che si manifestano attraverso la morte degli innocenti. Nelle guerre non ci sono vincitori e vinti, ma solo sconfitti”.

“Se la morte di Giulia è una gerra? No, è una realtà. Quando io ho visto la notizia di questi ragazzi mi sono illuso che stessero scappando insieme. Mi ero illuso che volessero scappare dalla realtà, come un sogno utopico che stessero andando verso un sogno insieme. Ma quando poi scopri la violenza assurda…”.

E ancora: “La violenza di una guerra è assurda ma si comprende perché determinata da delle tensioni ma la violenza di una persona nei confronti di un’altra che potrebbe soltanto essere amata risulta incomprensibile, è irrazionale. Lei ha perso la vita, lui è in un inferno perenne qui. Ha rovinato anche la propria vita. E perché lo ha fatto? Per cosa? Per la cancellazione di una persona la cui presenza sarebbe stata per lui sicuramente un conforto?”.

L’omicidio di Giulia riguarda tutti

La conduttrice ha poi chiesto al critico d’arte: “Ma dobbiamo pensarlo come un fatto singolo o come un fatto che ci riguarda?”. La risposta di Sgarbi è stata chiara: “Ci riguarda, perché quello che è capitato a questo ragazzo non era neanche nel suo controllo. Era dentro di lui. Credo che nel maschio ci sia una violenza di genere legata all’idea del possesso. Il possesso è quello che porta poi a questa violenza. Una donna non ha lo stesso senso del possesso”.