Alcuni dei segreti mai svelati su Silvio Berlusconi raccontati in un libro: dal souvenir “intimo” ad uno scatto di rabbia inedito.
Non si finisce mai di scoprire dettagli inediti sulla vita del compianto Silvio Berlusconi. L’ex Premier e numero uno di Forza Italia ha vissuto tantissime esperienze tra privato e lavoro, alcune delle quali stanno venendo a galla ora, dopo la sua morte. Il Fatto Quotidiano ha svelato alcuni retroscena raccontati in un libro di Vittorio Amato dell’AdnKronos e di Giovanni Lamberti dell’Agi dal titolo ‘Una battuta, presidente’ e che vedono proprio il Cavaliere protagonista di segreti mai svelati prima.
Il nuovo libro su Silvio Berlusconi: il souvenir
Tra le varie storie raccontate nel libro e citate dal quotidiano e riprese anche da Open, spicca la vicenda di un viaggio di Berlusconi con Ilona Staller, ovvero colei che diventerà poi l’attrice hard chiamata Cicciolina. Il compianto Cavaliere l’aveva portata in vacanza su un’isola greca. “Andammo con il suo jet privato. Ho un ricordo bellissimo. Potete anche non credermi, ma non ci fu se**o tra di noi. Solo una simpatica amicizia”, le parole della donna.
Da qui anche un dettaglio curioso relativo ad un souvenir che la Staller conserva di quella vacanza: “Conservo una sua mutanda, la conservo per ricordo della simpatica amicizia”.
Lo scatto di rabbia
Tra i tanti retroscena del libro anche una serie di aneddoti sui rari momenti di collera di Berlusconi. In particolare nel 2001, quando il Cavaliere venne a conoscenza della morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova. In quell’occasione pare abbia tirato un pugno al muro e si fece pure male alle nocche.
Altri momenti di tensione dell’ex Premier che sono stati raccontati riguardano le parole di Veronica che scrisse a Repubblica nel 2007 sulle sue donne. Al momento dell’uscita di quelle dichiarazioni Silvio si trovava in Polonia e gettò a terra il telefono cellulare stizzito.
Interessante, in chiave politica, anche quando l’ex Premier perse le staffe rompendo un piatto sul tavolo. In quell’occasione la colpa fu di una lite con Gianfranco Fini, con cui era andato a pranzo a Montecitorio.