Rinderknech commenta le sfide contro Sinner e Alcaraz: “Quando serve, salgono di livello. È questo che li rende diversi da tutti gli altri”.
Il tennis di vertice è fatto di dettagli, ma ciò che distingue i grandi campioni è la capacità di brillare quando la pressione aumenta. Lo ha sottolineato con lucidità Arthur Rinderknech dopo aver affrontato i due migliori giocatori del mondo: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

“Ho dato il massimo, ma il compito era particolarmente difficile”
Agli ottavi di finale degli US Open, Rinderknech ha ceduto in tre set contro Alcaraz. Il punteggio (7-6, 6-3, 6-4) racconta una sfida combattuta. Al termine del match ha spiegato: “Ho cercato di formulare un piano, di darmi una possibilità: ho dato il massimo, ma il compito era particolarmente difficile. È stata una partita in cui ho perso tre set a zero, ma a tratti mi sentivo come se non fossi poi così lontano. Cercherò di imparare qualcosa per le prossime partite e di fare meglio”. Come riportato da tuttosport.com
Non è la prima volta che affronta i big del circuito: “Mi sono divertito ad affrontare il numero uno, il numero due e il numero tre del mondo negli ultimi tre Slam, tutti sul Centre Court. È stata un’esperienza fantastica che ho apprezzato moltissimo. Non potrei chiedere di meglio quando si è appassionati di questo sport come me”.
Il salto di qualità nei momenti decisivi
La vera chiave della superiorità di Sinner e Alcaraz? Secondo Rinderknech è la capacità di salire di livello quando serve: “Non è mai facile battere uno dei due migliori giocatori al mondo in questo momento”. Poi aggiunge: “La cosa più difficile contro questi due ragazzi è che riescono a cambiare la direzione della palla anche se il loro avversario colpisce in maniera violenta e penetrante. È impressionante. A volte attaccavo con buoni colpi, con buone risposte, ma subito lui metteva la racchetta e spediva la palla nello spazio aperto, lasciandomi senza possibilità di raggiungerla. A meno che non volasse due metri più in là, non avevo possibilità di rispondere”. Come scritto da tuttosport.com
Il francese sottolinea anche la capacità dei due di leggere in anticipo il gioco: “Sembra che sappiano dove colpirai la palla prima ancora di colpirla. Anticipano sempre cosa succederà. A volte puoi spingerli al limite, ma quando conta davvero, è allora che giocano il loro tennis migliore”. E conclude: “Oggi non ho giocato un buon tie-break, ma all’improvviso Carlos ha iniziato a essere più aggressivo, senza commettere errori, prime di servizio, rispondendo a tutto, ed è diventato ancora più duro”.