Sinner contro Alcaraz: la strategia svelata da Spisani e il rovescio “dinamite”
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Sinner contro Alcaraz: la strategia svelata da Spisani e il rovescio “dinamite”

Jannik Sinner

Lele Spisani, storico maestro della Virtus Bologna, analizza la crescita tecnica e mentale di Jannik Sinner.

Nel panorama del tennis italiano, ci sono luoghi e persone che racchiudono la memoria storica del movimento, chi lo diventa nel presente come Sinner chi nel passato. Uno di questi è senza dubbio la Virtus Bologna, fondata nel 1925, culla di campioni e leggende. Qui opera da decenni Lele Spisani, tecnico raffinato e osservatore minuzioso. Dai tempi di Adriano Panatta fino all’ascesa dei giovani azzurri, il suo sguardo è rimasto attento, lucido, pronto a cogliere ciò che fa la differenza tra un buon tennista e un fuoriclasse.

Spisani ha incrociato tanti talenti, ma uno, anni fa, gli fece scattare una scintilla: Lorenzo Musetti. «Sì, Musetti era poco più di un bambino e si trovava qui in Virtus per giocare i campionati under 14. C’erano anche Cobolli e Nardi ma quel talentino di Carrara mi colpì». Non tanto per i risultati, ma per la qualità del gioco: «giocava divinamente e portava il rovescio a una mano che, nel 2016, era già una rarità».

Un primo piano di Jannik Sinner
Jannik Sinner con una maglia arancione – newsmondo.it

Il giudizio su Sinner: rovescio e gambe, un binomio esplosivo

Il racconto si sposta poi su Jannik Sinner, nuovo faro del tennis italiano. Spisani non nasconde l’ammirazione per la sua completezza e determinazione. «Sinner ne è la massima espressione e il suo rovescio a due mani è dinamite», afferma con decisione. Ma attenzione: la forza del colpo è solo la superficie. Il vero segreto? «I suoi velocissimi movimenti laterali: un rovescio o un dritto al fulmicotone dipendono dalle gambe». La base atletica, per Spisani, è il fondamento del colpo vincente.

Alcaraz, il rivale da colpire nei momenti giusti

Ora Sinner si trova davanti un avversario formidabile: Carlos Alcaraz. Spisani lo definisce «un magnifico mistero in campo, gioca una varietà di colpi eccezionale ed è persino meglio di Musetti che a Parigi è stato solo sfortunato». Tuttavia, anche per lo spagnolo ci sono punti vulnerabili: «ha delle pause ogni tanto e, in quei casi, bisogna interrompere le tante variabili del suo gioco». È lì che si insinua la tattica.

Negli ultimi anni, Jannik ha anche affinato un’arma fondamentale: il servizio. «Il movimento è più veloce, accorciato nella fase di preparazione. Arriva spesso oltre i 200 all’ora con la prima palla e risolve molte situazioni proprio con la prima e la seconda».

Ma ciò che davvero distingue Sinner, secondo Spisani, è la sua tenuta psicologica: «la stessa dote che aveva a 15-16 anni quando era nell’accademia di Riccardo Piatti: la tenuta mentale. perché il nocciolo della questione, nel tennis, è sempre la testa».

Ed è proprio qui che arriva la riflessione più attuale, rivolta alla partita decisiva: «la domanda è: le palle decisive di un game o di un set le risolverà come faceva prima della squalifica? A Roma ho notato che ha sbagliato alcuni colpi in frangenti delicati. Oggi ci darà delle risposte in tal senso: sono fiducioso». Il tutto come riportato da liberoquotidiano.it

E così, la chiave del match contro Alcaraz è svelata: il rovescio di Sinner, potente come dinamite, è solo la punta dell’iceberg di una strategia costruita su gambe, testa e servizio.

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ultimo aggiornamento: 8 Giugno 2025 18:37

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