La Slovacchia e l’Ungheria sono stufe di destinare i propri fondi all’Ucraina: parte la rivolta contro Kiev.
Kiev inizia a farsi qualche nemico di troppo. Già nella giornata di ieri, la Slovacchia ha annunciato la sospensione di aiuti militari all’Ucraina che – secondo quanto dichiarato a margine del summit Ue – sarebbe “uno dei paesi più corrotti al mondo”. Un pensiero condiviso con l’Ungheria, che non vuole più saperne di destinare i propri fondi a Zelensky.
Il vertice Ue sulla crisi in Ucraina
Al centro del tavolo di Bruxelles c’è la richiesta della Commissione europea di aumentare il bilancio Ue per far fronte principalmente alla crisi ucraina. Alcuni Paesi (come l’Olanda) tentennano sulla questione in quanto ciò si tradurrebbe in un ulteriore esborso, che palesemente non possono permettersi.
A fare qualche passo indietro all’inizio del mese è stata anche la premier italiana, Giorgia Meloni, che rallenta sull’invio di aiuti a Kiev, per non compromettere la posizione del Bel Paese.
Slovacchia e Ungheria: “No ai fondi per Kiev”
Ungheria e Slovacchia, invece, hanno direttamente un muro con l’Ucraina, opponendosi alla destinazione dei fondi principalmente verso la nazione. Il premier slovacco Robert Fico, in un post su Facebook ha scritto: “L’Ucraina è uno dei paesi più corrotti al mondo“, affermando che il sostegno finanziario dell’Ue deve essere “condizionato dalla garanzia che il denaro, compreso quello slovacco, non venga usato indebitamente”.
L’Ungheria si dice quindi pronta “a sostenere un aumento del contributo“ di Bratislava “di circa 400 milioni nei prossimi 4 anni”. Questo, a condizione che non vi siano tagli ai fondi Ue destinati “agli agricoltori e alla coesione” e che i nuovi stanziamenti siano utilizzati “per aumentare la competitività dell’Ue e combattere l’immigrazione clandestina“.
Per l’omologo ungherese Viktor Orban, invece, anche sui migranti l’aumento richiesto è eccessivo. “Non sosteniamo questo tipo di politica migratoria e non vogliamo fornire denaro ai migranti. Né vogliamo stanziare fondi per l’Ucraina a meno che non riceviamo una proposta molto valida”, ha chiosato.
Il premier ungherese poi è partito all’attacco contro l’Ue: “È assolutamente ovvio che gli ucraini non vinceranno al fronte. Tutti gli esperti militari parlano e scrivono, ma i politici non osano dire che hanno scelto una cattiva strategia”.